giovedì 27 ottobre 2011

Ma se e ma forse

Aprire la pagina web della Repubblica a colazione, con caffè americano e muffin accanto al mac, mi fa provare una bella sensazione di "scansato pericolo". 
L'Italia sta letteralmente affondando e io mi sono rifugiata nella rigorosa Inghilterra, che la crisi la sente ma che sicuramente ne uscirà meglio e prima di noi.

Eppure quello stivalotto malconcio mi manca, perchè si tratta pure sempre di casa mia.

Non è semplice spiegare quello che si prova, ma è qualcosa che sentono più o meno tutti quelli che lasciano la patria natale per andare a cercare "fortuna" all'estero (e non credo che la distanza tra gli italiani di oggi e quelli che nel dopoguerra partivano con la valigia di cartone sia così marcata).
Alla fine non si capisce più niente. Amo Londra, ma mi manca casa. A volte, mica sempre.

Mi mancano le mie amiche. Perchè sono una che in qualche modo ha imparato a darsi il colpo di reni e a dire "vai avanti, sii fiduciosa, gente allegra il ciel l'aiuta". A volte mi sento salire una forza nelle avversità che mi sembra inverosimile. Forse è grazie all'innato ottimismo del mio segno zodiacale. O forse in questo sono simile alla mami, che è una donna con i controcazzi e lo è sempre stata, e magari le assomigliassi di più. Però a volte, sentire una voce amica, avere qualcuno che ti mette una mano sulla spalla e ti supporta anche nel silenzio di un pomeriggio grigio e piovoso come questo, mi servirebbe.

Ho lasciato qualcosa di irrisolto a casa. Probabilmente non è così, forse le cose sono andate semplicemente come dovevano andare, però chissà cosa sarebbe successo se fossi rimasta là.
I miei progetti erano di gran lunga diversi. Mi ero prospettata un autunno in cui:

1. avrei preso un cane. Un king chevalier probabilmente, nel caso ne fosse passato qualcuno in canile, o nel caso qualcuno regalasse dei cuccioli. E poi magari anche un bastardino magari bruttino di quelli che non si fila nessuno.

2. Sarei andata in azienda da papà. Avrei fatto la dirigente. Che alla mia età ci può anche stare

3. Avrei preso un micro-appartamento in affitto con la mia migliore amica, nella piazzetta della città, quella in cui ti basta uscire e hai i localini affollati proprio accanto al portone.

4. Sarei stata con le persone della mia vita. Nei luoghi della mia vita. Mi sarei sentita sempre e comunque a mio agio, a volte annoiandomi molto per la ripetitività della vita di provincia.

5. Mi sarei iscritta ad un corso di fotografia e mi sarei regalata una Reflex di quelle serie con cui avrei fotografato anche il palo della luce per strada o le mattonelle della cucina.
Avrei immortalato i momenti e le persone più importanti

6. Avrei riservato la domenica per andare a pranzo dai miei. E la mamma avrebbe cucinato il pesce che è (quasi) l'unica cosa che mi piace.

7. Forse avrei sofferto un po' per Peter Pan, nel vederlo con le sue mille amanti, e mi sarebbe dispiaciuto non poterlo avere tutto per me (ma il punto 7 è forse condizionato dal fatto che stanotte me lo sono sognato e allora vabbè).

8. Avrei avuto le mie scarpe tutte per me e non mi sarei dovuta arrangiare con 4 paia e stop.
Però poi mi sarei persa certi scorci così


in un'affollatissima Trafalgar Square, mentre sono in giro a portare cv per trovare un lavoro come commessa in un qualsiasi negozio di qualsiasi cosa, con un gatto in plastica made in cina che fa "ciao ciao" con la zampetta sinistra al posto del king chevalier, con una casa sempre in disordine, con 4 stracci nell'armadio che piangono di solitudine, a quasi 2000 km da casa, dopo un pranzo a base di qualcosa fritto, e con il cellulare in mano per scattare la foto.

"Tu qui non ci sai proprio stare eh", mi scrive un amico su fb. No. No. No. 
Accidenti NO!
Nella prossima vita voglio rinascere stanziale!

lunedì 24 ottobre 2011

100 Applications al giorno!

24 ottobre. 1 mese e 5 giorni a Londra. Nostalgia di casa: zero. Alcuni amici sono già venuti a trovarmi, il mio migliore amico si è appena trasferito a Fulham, a 50 minuti da casa mia, mio fratello è qui, i miei coinquilini sono adorabili, le nuove amicizie mi riempiono di allegria. 

Londra è fantastica, c'è il sole tutti i giorni e persone rientrate da Milano in questi giorni, mi hanno detto che in Italia fa molto più freddo di qui.
Non ho mai ascoltato così tanta musica dal vivo. Ogni sera, in ogni locale, ci sono band di musicisti che accompagnano il mio piatto di hamburger vegetariano e patatine. Ascoltare le loro performances live sorseggiando pinte di Foster fa bene all'anima.

Londra ha mille volti. Ogni zona è una storia a sè. Camden è il quartiere delle sirene ad ogni ora: quelle dei vigili del fuoco, delle ambulanze (ahimè), e della polizia che corre probabilmente a sedare una rissa tra baby gang.
Ma è anche la zona della passeggiata e dei ponticelli sul canale, dei negozi più assurdi del mondo, dei matti che ti fanno sentire libera, della "via del Bansky" (come l'ho soprannominata per il magnifico murales che campeggia sulla parete di un'abitazione a due passi da casa) e che percorro per andare alla fermata dei bus che ti portano ovunque a qualsiasi ora.

Succedono cose assurde che poi diventano normali. Succede di avere come vicini di casa degli squatters, che occupano le case abbandonate e ciulano elettricità e acqua calda a chi vive nei dintorni (quindi probabilmente anche a noi), succede di incontrare sconosciuti che attaccano bottone mentre ricarichi il cellulare nel negozietto sfigato o sul bus mentre rientri dal brunch della domenica. Succede che un prete ti urli le peggiori offese del mondo perchè hai parcheggiato l'auto noleggiata di fronte a casa sua per 2 minuti di numero, mentre un altro si improvvisa rapper nel cortile della chiesa in un sabato mattina quasi primaverile. 
Succede che quelli del piano di sotto organizzino una festa senza invitarci, per poi farci trovare un ragazzo collassato di fronte al portone con un amico semi disperato che cerca di rianimarlo. Succede anche che alle 8 di ogni sacrosanto sabato mattina i dirimpettai alzino il volume dello stereo al massimo. Buongiorno e buon weekend. Succede di incontrare per strada, alle 4 di notte, uno strano animale più grande di un gatto, con una coda lunga e pelosa. Capita di spaventarsi e di essere rassicurati dai più esperti: è "solo" un'innocua volpe. Capita di comprare qualche vestito più eccentrico del solito, che tanto nessuno ci fa caso. 
Capita tutto questo e molto altro capita in una città come questa.
Capitano anche cose un po' più brutte. Per esempio di non riuscire a trovare lavoro perchè la concorrenza e la crisi sono forti e pesanti anche qui.
Capita che non capire nulla quando parlano l'inglese stretto può essere frustante, soprattutto se questo ti impedisce di trovare un lavoro decente. Soprattutto se ti si avvicina qualcuno che ti piace durante il concerto degli IS Tropical ma che dopo aver tentato di tutto di più, si allontana per mancata comunicazione.
Capita che nonostante tutto, essere qui è una meravigliosa possibilità, e che certo non me la lascerò scappare a causa di queste difficoltà iniziale.

E comunque, prima di Natale non mi muovo.

lunedì 3 ottobre 2011

Di giorni londinesi

Se non fosse per il fatto che non ho ancora un lavoro, questo è uno dei rari momenti in cui mi sento in pace con il mondo.

Sarà che a dispetto della nordicità di Londra anche qui il 3 ottobre sembra di essere in piena estate (un magazine che viene distribuito gratuitamente all'entrata della metro titolava qualche giorno fa "Fa più caldo che alle Bahamas" se-vabbè). La differenza sta nel fatto che invece di rosolarsi al sole su un lettino in riva al mare, qua nel weekend si va al parco, con il laghetto popolato da coppiette che remano barchette da film americano tra papere oche e cigni. 
Nei pomeriggi domenicali si può optare per un "aperitivo" a base di birra, sandwich, patatine fritte e musica lungo il canale di Camden Town. Tutto intorno, ragazzi in pantaloncini corti, maglietta e occhiali da sole si confondono con i turisti, i punk di vecchia generazione, qualche matto che decide di farsi un bagno nelle acque piuttosto putride del rigagnolo sotto il ponte (per poi essere trascinato fuori dalla security).

La sera si esce con i vestitini estivi, quelli colorati, e le scarpe aperte. I locali, non attrezzati per questo clima eccezionalmente caldo, propongono i live di band della zona nei basement dei pub con temperature quasi insopportabili, anche se poi la musica e la bellezza inglese di chi suona fanno dimenticare i 40 gradi percepiti e inducono a balli sfrenati.

Dal live si passa ai Dj-set. Mi sto facendo una cultura piuttosto consistente in materia, soprattutto per l'elettronica. Ho la fortuna di avere come coinquilina un'appassionata del genere che praticamente conosce tutti i Djs che automaticamente mi vengono presentati ad ogni serata e sì, lo ammetto, la cosa mi fa sentire anche un po' figa :-P (dirlo agli amici che impazziscono per il genere non ha prezzo!).

Qualche volta vedo le foto di casa. I paesaggi rurali, le colline, i colori della mia terra mi mettono un non so che di nostalgia mista ad affetto misto a tenerezza mista a malinconia.
Ma sono felice di essere qui. Molto felice. Gli inizi sono sempre entusiasmanti, forse per questo mi riesce tutto più facile. Ma nonostante sia qui da appena 2 settimane io Londra la sento già un po' mia



venerdì 23 settembre 2011

Sussulti

A volte capita. Di pensarci. Di pensarlo. E' come una fitta improvvisa. 
Poi lentamente il dolore si placa e il respiro torna regolare. Se penso che probabilmente lui non si ricorda nemmeno più chi sono, se penso a quante altre saranno passate da quel letto.......penso che sia giunto il momento di uscire, fumare una sigaretta e andare a comprarmi qualcosa di fucsia da H&M di fronte a Camden Lock.
'fanculo.

giovedì 22 settembre 2011

Prime impressioni

L'aria è freddina, ma un tiepido sole riesce ancora a scaldare le ossa a pezzi dopo aver sopportato il peso di 30 kg di valigie (tutto quello che mi era concesso di portare).

Sono andata in banca, al centro Vodafone, a quello per l'impiego, da Pret-à-manger per un panino alla salsa chili e da Argos che, per chi non lo sapesse (come me fino a 3 giorni fa) è la versione discount di Ikea. Ieri sono anche passata dal supermercato, enorme, dove trovare qualcosa di sano da mangiare risulta un'impresa eroica, ma nel frattempo, mentre giravo da un corridoio all'altro alla ricerca di muffins al cioccolato, ho avuto modo di innamorarmi di un tipo alto e moro, con uno strano cappello in testa che mi sorrideva ogni volta che ci incrociavamo. 
Il resto del tempo l'ho passato incollata al mio mac a fare applications, mandare CV e lettere di presentazione e a parlare su skype con gli amici. 

La camera è ancora un casino. Il brother traslocherà nel weekend, ma al momento non mi è possibile nemmeno appendere gli abiti, che giacciono indisturbati in valigia da 3 giorni.
Ho scoperto che nei negozietti dei pakistani si trova di tutto, e loro fanno tutto, anche sbloccarti l'iphone per poter utilizzare internet all'estero.
I commessi e gli impiegati sono gentili, la proverbiale impazienza inglese al momento non l'ho ancora trovata, anzi, mi sono imbattuta in persone davvero gentili e disponibili.

Da qui tutto assume una prospettiva diversa. Forse sono ancora troppo assorbita dalle cose da fare, sistemare e trovare per provare nostalgia, ma un velo di malinconia c'è, ogni tanto se penso a quello che ho lasciato a casa mia mi prende un po' il magone, ogni tanto penso a quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato, ma poi, come cantava il Vasco dei bei tempi, "ho camminato tanto e fuori, c'era un grande sole, che non ho più pensato a tutte queste cose" [e soprattutto c'erano intere band di musicisti, armati dei loro strumenti, intenti a raggiungere i vari locali di Camden per la serata..una gioia per gli occhi e per il cuore].

London calling.

martedì 13 settembre 2011

Chiedilo alla Luna

Cara Luna, mi dicono che quando sei piena si ha la possibilità di rivolgersi a te per esprimere una richiesta.
Allora la mia è questa: vorrei un cerotto sul cuore. 
La ferita brutta che lo ha spaccato in due non sanguina più. Ma la cicatrice è visibile, ed è la testimonianza di un lutto, di una brutta caduta, di un vetro di promesse che va in frantumi. 
Regna la pace ora, e alla fine va bene così. Sono tornati entusiasmo, sorrisi, progetti e allegria.
Ma un cerotto a coprire quel segno ci vorrebbe. Perchè la cicatrizzazione non è stata indolore, e ha portato via una fiducia che ho scritto di aver perso per sempre, e forse è così, ma ritrovarne una parte forse mi renderebbe meno cinica e (in)sofferente.
Non posso pensare agli altri come capro espiatorio per qualcosa che non li riguarda. O forse sì.
Aiutami a mettere un cerotto proprio lì, come un nuovo inizio, e poi vedremo quello che accadrà.

martedì 30 agosto 2011

Total eclipse of the heart

Settembre mi piace. E' un mese di buoni propositi, di un clima mite e perfetto, di colori belli e ancora luminosi, di energia accumulata durante le vacanze e non ancora dispersa, di ultimi weekend al mare, con il vento fresco delle 18, quando si è costretti ad abbandonare il bagnasciuga mentre il sole cala all'orizzonte.

Quest'estate è stata lunga, calda, difficile, a momenti triste, a tratti allegra e confortevole.

Amici. Che benedizione. Quelli che asciugano le lacrime che arrivano all'improvviso quando quello che stai vivendo non è esattamente quello che ti saresti immaginato. Quelli che piangono con te perchè non vogliono vederti triste e ti avvolgono in un abbraccio che non ha prezzo. Quelli che riescono a sdrammatizzare e a strapparti un sorriso. Quelli con cui puoi ubriacarti fino a stare male ecchisenefrega se domani non mi ricorderò nemmeno come mi chiamo. Quelli che ti conoscono meglio di te stesso. Quelli che si prendono cura di te e ti chiamano a qualsiasi ora. 
Un' amica mi ha pettinato i capelli una sera, nell'arzigogolato tentativo di trovare una soluzione anti-umidità per la mia testa-tendente-facilmente-al-crespo. Mi sono rivista ragazzina, in camper in Maremma, noi 16enni armate di spazzole e mollette nei bagni comuni per prepararci al dancefloor in cemento del campeggio dove ci sarebbero stati anche i ragazzi che occupavano qualche piazzola dopo la nostra. 

E' stata una sensazione confortevole, con un retrogusto un po' amaro. Perchè oggi non ho più 16 anni, ne ho quasi il doppio. E non ho più la spensieratezza di allora. Non ho più quei sogni. Sono disillusa e la cosa che più mi addolora è che sono felice di esserlo. Un ossimoro interiore che mi raggela ma che mi fa sentire forte. Non credo più. Ecco l'unica certezza che ho.

L'unica cosa che vorrei sapere è se è possibile trovare la propria felicità nella rinuncia a credere in qualcosa che in realtà non c'è. Non la vivo come sconfitta, ma come una nuova consapevolezza acquisita. L'avevo già scritto, questo pensiero contorto. Non penso che per tutti possa arrivare l'amore con la A maiuscola. Una signora che lavorava con me, quasi 70enne e con un matrimonio "di convenienza" ancora in corso, mi disse che l'amore l'aveva lasciato per strada, e da allora non ha più bussato alla sua porta e per questo, ormai oltre la soglia della zitellaggine, ha "ripiegato" su un uomo buono, benestante, che le ha permesso di avere una figlia e due splendide nipotine, una vita agiata, una bella casa.

A me gli uomini non suscitano più alcun interesse, se si esclude quello fisico. Forse sarà un momento, o forse no, so solo che non ho nessun entusiasmo verso nessuna figura di sesso maschile. Mi sento quasi una macchina. Ma preferisco questa condizione di obnubilamento alla sensazione del cuore che va in frantumi vissuta poco tempo fa (e non ancora superata).

Ho un "uscente" alto e bello, l'unico a cui ho permesso di avvicinarsi a me per l'aria fanciullesca e i modi gentili. Al di là di questo, il cuore tace. Sepolto sotto le sue stesse macerie. Ma non fa male. Non sento dolore. L'ho sentito solo una volta. Ho incontrato gli amici di LUI. Nella sua terra, nella sua isola. Stavo quasi per svenire. Se avessi sentito ripetere quel nome per l'ennesima volta sarei caduta a terra. Ma poi la vita è ripresa inesorabile come sempre.

Ho passato delle giornate molto belle. Affollate. La mia casa al mare è stata sempre piena di musica, amici, asciugamani stesi al sole, insalate e vino bianco per cena. Si può vivere anche così. In uno stato di apparente leggerezza. 

A volte, sapere che non si può avere tutto ciò che si sarebbe desiderato per la propria vita può anche essere un sollievo.



venerdì 15 luglio 2011

Toy BoyZ

R, uno dei miei migliori amici, mi suggerisce di non pensarci neanche, di lasciare assolutamente perdere che ora gli uomini devo soltanto tenerli alla larga perchè rischio di finire dalla padella alla brace. Sì, ma così non mi diverto. Eh, amen - dice lui - rischi troppo.

A sorpresa, mia mamma mi ripete più o meno gli stessi concetti: sei troppo fragile, non sai gestire nemmeno te stessa in questo momento, figuriamoci un'altra persona. Rischi di attaccarti troppo a qualcuno che potrebbe farti soffrire, o viceversa. Lascia perdere.

L'amico G. mi suggerisce di scegliere solo innocui "toy boys", quelli che non esercitano nessun fascino mentale su di me. La Best Friend concorda. Dice che se riesco a prenderle come divagazioni senza aspettarmi niente può andare. Ma solo in quel caso. R. ribadisce che tanto io non ci riesco, e alla fine soffro.

Docciata e pronta per indossare uno dei miei abiti migliori, con gli sms dei miei due Toy Boys preferiti che facevano bella mostra di sè sul display del solito i-phone, dopo tutte queste disquisizioni, ho deciso di smollare tutto e tutti e di darmi alla pazza gioia, in camera mia, con un bel cult movie e, a seguire, 11 (UNDICI!!!!) ore di sonno filate.

I due toy boys hanno lo stesso nome. Cosa che facilita il tutto, evitandomi di dover fare uno sforzo nel chiamare l'uno o l'altro.

Uno è il solito Peter Pan. Ieri mi scrive. Voleva sapere se mi avrebbe trovata in piazza la sera.

L'altro è Mr. Figo, un retaggio del passato che mi è capitato di incontrare recentemente dopo molto tempo. Più invecchia e più diventa bello. Ma bello bello bello. Con gli occhi verdi, i capelli scuri (e tanti!) un fisico statuario. 38 anni che sembrano almeno 6 in meno. Simpatico, intellettualmente assolutamente non appetibile. Il toy boy perfetto. Ci siamo mandati sms fino alle 2 stanotte. Però ho un problema. Senza attrazione mentale, non riesco più a provare quella fisica. E questo gran pezzo di uomo rimane solo una bella statua marmorea che non mi ispira nulla. 
Le mie amiche mi dicono che sono pazza. Uno così che mi cerca come un disperato e io che lo rifiuto con nonchalance.

La verità è che se c'è qualcuno che mi piace davvero quello è Peter. 
Ma il piccolino è pericoloso per me. Perchè rischio di commettere gli stessi errori. Perchè quello che ha combinato un paio di mesi fa me lo ricordo molto bene. Perchè resta comunque vago, appare e scompare. Io non ne faccio una malattia, non mi importa, ma non voglio che diventi una fissazione.

Mi sa che me ne starò da sola per un po'. Tra due settimane vado in vacanza, la serotonina avrà già iniziato a fare il suo effetto, forse riuscirà anche ad abbassare i livelli di libido, come suggerisce distrattamente il bugiardino, e il problema sarà risolto. 

Aeroplano portami vai....

giovedì 14 luglio 2011

Un mercoledì da leoni

Il signore di fronte a me è gentile ed empatico, mi offre pure un fazzoletto per asciugare le lacrime. Ormai piango ovunque, mi chiedo se le ghiandole lacrimali si esauriranno, prima o poi.
Pago per l'ora di empatica partecipazione del simpatico ometto, che sarebbe tale, se non fosse uno psichiatra che mi parla di una reiterata "depressione reattiva". Ricetta di droghe legalizzate alla mano, si parte alla volta della farmacia mentre su wikipedia cerco di chiarirmi le idee su cosa sia esattamente questa "cosa" che mi procura tutti questi guai.

A seguire, seduta psicoterapeutica settimanale. La mia doctor è una donna in gamba. Fuma come una ciminiera durante l'incontro, il che non so se sia deontologicamente corretto, ma so che è un'autorità in materia, da queste parti. E' una "cazzuta", figlia del femminismo sessantottino, bella signora bionda con gli occhi azzurri, e ha l'età di mia mamma. Mi infonde fiducia. Mi ripete sempre che sono una persona molto intelligente. E che pago tutti i prezzi che pagano coloro che, oltre ad essere intelligenti, sono anche molto sensibili.
Io invece pago bene lei per questa iniezione settimanale di autostima.

A volte mi chiedo se non siano tutte stronzate e se queste malefiche gocce da prendersi secondo le istruzioni di un tizio a cui ho dato un bel po' di euro per aver ascoltato tutti i miei guai per tre quarti d'ora, non siano davvero soltanto un placebo o un veleno o chissà cos'altro.
E mi chiedo se tutte queste chiacchiere mi porteranno a qualcosa.

Una cosa però devo ammetterla. Ierisera, per la prima volta dopo settimane, mentre tutte le amiche erano in giro per un motivo o per l'altro, io ho deciso di rimanere a casa per provare a fare qualcosa che mi mancava molto negli ultimi tempi: dormire. E ce l'ho fatta. Per ben 6 ore filate. Sentivo l'anima più leggera. Al merda ho pensato molto meno. E in modo molto più pacifico. 
A tavola ho guardato mio padre. E mi sono resa conto che è la "rivincita" su di lui quella che cerco negli uomini che incontro. 
Un padre che non mi ha mai fatto mancare niente economicamente, che mi ha permesso di togliermi qualsiasi sfizio e che ringrazierò a vita per questo, ma che emotivamente è stato assente, da sempre. Che non mi ha mai consolata nè ascoltata, ma che mi ha sempre ricordato, fin da piccola, che i miei problemi dovevo imparare a smazzarmeli da sola, che ognuno ha i suoi, lui compreso, e che non dovevo rompere con i miei capricci da bambina viziata perchè nella vita c'è molto di peggio e io non ho niente di cui lamentarmi.

L'ho guardato e ho visto in lui l'uomo irraggiungibile, sfuggente, che ha altro da fare piuttosto che stare dietro alle mie necessità, che non mi cerca e non mi chiama nemmeno quando sto male, che non si preoccupa troppo anche nel caso in cui abbia un dubbio o un problema, con cui è difficile confrontarsi o dialogare perchè il relativismo non è contemplato nella sua mente, è lui che ha la chiave giusta per l'interpretazione del mondo e della realtà e chi non la pensa come lui sbaglia.

Mio padre è il merda, è il mio maleficissimo ex, è tutti gli uomini anaffettivi che ho cercato nella mia vita e che mi hanno voltato le spalle perchè avevano altro da fare.
E' per lui che sono rimasta a piangere un'ora in bagno sabato scorso. E' la sua attenzione quella che cerco negli uomini con cui intraprendo relazioni affettive. Che, guarda caso, sono tutti esattamente come lui. 

Bene, credo di essere diventata abbastanza consapevole. Vediamo che cosa riesco a fare da qui in avanti.

lunedì 11 luglio 2011

Divagazioni

Sono giorni surreali. Come se vivessi in una dimensione "altra". 
Non so più cosa stia accadendo nel mondo, io che la mattina mi svegliavo e prima ancora del caffè consultavo on line tutti i quotidiani italiani. 
Non ascolto più musica. Mi infastidisce. Io che di musica vivo. Riesco ad ascoltare solo tre canzoni. Perchè sono le uniche in sintonia con quella che sono oggi.

Ho momenti di "down" tragi-comici. Come quello di sabato, ora di pranzo, durante il quale mi si è scatenata una crisi isterica solo per aver sentito citare una certa località. Rinchiusa in bagno, seduta per terra, il rotolo della carta igienica accanto a me, mia cugina sul bidet ad assistermi. Sono rimasta così per un'ora. Mia mamma mi ha portato un primo alle zucchine lì. Perchè non volevo muovermi.

Nei momenti di up mi concedo di tutto. Anche le regressioni adolescenziali. Così posso anche sorridere tra le lacrime, al mattino, appena mi sveglio e vedo che sono le 6, che ho dormito solo 3 ore e sono state da incubo, quando dal torpore passo troppo velocemente allo stato di coscienza, e un dolore acuto mi stringe lo stomaco..ma poi penso a tutte le stronzate che ho fatto la sera prima e mi chiedo quando inizierò a comportarmi come una persone matura. 

Le cene fuori con le amiche sono quasi d'obbligo. Tra una chiacchera e un pettegolezzo, riesco a buttar giù qualche boccone senza nemmeno preoccuparmi di che cosa sto mangiando. Nei rarissimi momenti in cui avverto la fame mi concedo il lusso di qualsiasi schifezza. Ho riacquisito il peso dei miei 25 anni. Che porta tutti, ma proprio tutti, a dirmi che si vede proprio che sto benissimo e che sono in forma. 
Ottima forma davvero. 
Non mangio, fumo come una ciminiera, bevo alcol a fiumi. Però ho piedi e mani curati, sono abbronzata, e cerco di risollevare l'autostima con una cura particolare nella scelta degli outfits. Qualche sera fa un signore, con tanto di moglie al seguito, ha allungato il passo per raggiungermi, fermarmi e dirmi che il vestito che stavo indossando mi stava divinamente. "Tanti complimenti, ottima scelta, perfetta per lei". Mah. 
 
Bacio tutti i ragazzi belli che incontro. 
A patto che siano anche divertenti. 
Perchè ho bisogno di ridere come dell'aria. Con qualcuno faccio anche l'amore, così il cervello va in stand-by e posso gioire dei piaceri terreni senza coinvolgere e impegnare nient'altro che il mio corpo. Tra questi "qualcuno" c'è anche il piccolo (redivivo) Peter Pan. Incontrato per caso a una festa, mi avvicina e flirta con me, senza sapere che avevo già deciso il destino della serata nel momento stesso in cui l'ho visto apparire in giardino, con la polo rossa e i capelli perennemente spettinati. Lo trascino a bere mojito fino a stare male, poi cadiamo insieme nella siepe e ci baciamo e poi scappiamo dalla festa e finiamo la serata in qualche campagna con il gracidio delle rane in sottofondo.
Quando l'ho rivisto in centro, durante la migliore serata delle ultime due settimane, mi è sembrato bello come il sole, nella sua camicia bianca che risaltava l'abbronzatura leggera. Mi avvicina e mi bacia. Sì, fallo ancora. Mi piace. "Sei sicura? Ti ricordi cosa mi hai detto?" "Lo penso ancora quello che ti ho detto, ma non ne parliamo ora" (che equivale a non importa ora. Ora che il mio cuore è a pezzi, spaccato, devastato, non importa quello che hai fatto, importa solo che tu mi attrai e mi fai ridere e questo mi basta. Non chiedo altro, non voglio altro).

Ho degli amici meravigliosi. MERAVIGLIOSI. E questo mi fa sentire una persona meno orrenda di quella che ho mostrato a LUI quando, una settimana fa, ho scritto quella mail in cui ho detto tutto quello che pensavo, ma ho "colorito" il tutto con bassezze e volgarità indegne. Ho pianto per i sensi di colpa. Per quanto mi abbia fatto male non avrei voluto ferirlo in quel modo. E' una cosa che mi fa malissimo. Vorrei chiedergli scusa, ma lui mi ha cacciato dalla sua vita "per sempre", quindi penso che sia del tutto inutile, e che l'immagine che ha di me rimarrà sempre quella che emerge dalle frasi cattive e subdole di un messaggio nella casella di posta elettronica.

Lo penso sempre. Sempre. In ogni momento. Raramente dimentico la sua esistenza, solo durante piccoli attimi in cui stranamente riesco a concentrarmi su altro. Poi però basta una parola e come uno schiaffo arriva lancinante quell'assurdo nodo in gola, e il peso della tristezza, e il pugno nello stomaco. Perchè mi manca tutto e perchè non poteva finire in modo peggiore.

In alcuni istanti mi sento perduta. In altri credo di potercela fare. 

I weekend al mare sono terapeutici. Quando penso alla valigia da preparare, alla macchina da caricare, ai 70 km da percorrere, alla bici da predere per pedalare fino al mare, sto male e penso che sarebbe più semplice scalare un monte. Poi quando sono sulla spiaggia, all'ora del tramonto, con gli amici e una birra in mano, penso che sono fortunata a potermi permettere tutte queste divagazioni.
Che alla fine potrebbe anche andarmi peggio. 

A volte riesco anche a ironizzare su tutta la situazione. Sul mio problema, la psicoterapia, la zoccolaggine latente dell'ultimo periodo, i comportamenti assurdi, l'assoluta e inevitabile inaffidabilità in cui riverso da ormai 20 giorni. Quando lo faccio riesco pure a piacermi un pochino. "Perchè se non fossi pazza saresti anche simpatica" mi dice uno dei miei più cari amici. E sorride e mi cazzia e poi mi trascina a una grigliata sulla spiaggia e il vino rosso mi permette di concedergli di dormire con me, nel mio letto.

Tra poco prenderò un aereo. Destinazione l'isola della felicità. 
Meglio piangere sull'isola di Formentera che al paesotto dimenticato dal mondo.
Nel frattempo, attendo che torni di nuovo il sereno. Che tanto non mi annoio...

venerdì 8 luglio 2011

Ecco come doveva andare

Assorta nei miei pensieri. Da qualche parte del mondo. Di soprassalto, da lontanto, mi raggiunge una voce: "Signorina, tocca a lei". Mi volto, spaesata, e un signore anziano, con la faccia da nonno buono, mi esorta ad avvicinarmi al bancone dove il farmacista mi guarda con aria impaziente. Poso la ricetta sul bancone. La mia droga legalizzata viene avvolta nella carta bianca e verde. 

Mi dicono si chiami "ansia abbandonica". E' lei la nemica che mi fa rimanere per un tempo infinito a fissare nel vuoto della mia camera, aspettando una chiamata che non arriva.

"Stai tranquilla". Quante volte me lo sono sentita ripetere. Ed effettivamente tutto è andato come doveva andare. E chi mi aveva promesso una favola, un sogno, un Amore, a un certo punto è scomparso. Al suo posto, è subentrato qualcuno di gelido, stressato da ogni mia richiesta, anche minima, qualcuno che decideva per sè senza contemplare la mia presenza nemmeno per una stramaledetta volta, qualcuno che senza una spiegazione ha smesso di preoccuparsi di qualsiasi cosa mi accadesse.

Stai tranquilla. Sarà un momento, passerà. Il lavoro, le responsabilità, i ritmi sostenuti. E' un manager, un pezzo grosso, i mercati stanno crollando sulla scia del disastro greco, aspetta, abbi pazienza, dagli fiducia.
Poi ho preso coraggio e ho fatto la prova del nove. Ed è andata male. E allora ho smesso di avere pazienza, di tollerare, di SOPPORTARE. E ho vomitato rabbia in una mail durissima ma vera. Mi sono liberata, gli ho urlato la delusione, il dolore di un cuore che va in frantumi, le speranze e i sogni che si dissolvono in un istante, la lacerante constatazione che tutto si ripete.
"Cortesemente, sparisci per sempre dalla mia vita". Così ha chiosato dopo avermi massacrata a parole. Cortesemente un cazzo.
Io dalla tua vita ci esco facendo un casino bestiale, perchè devo urlare che ti detesto con tutte le viscere che ho dentro, e che se qui c'è qualcuno che deve sparire quello sei TU!!!
Due giorni di stordimento totale, tante, troppe pasticche, troppe lacrime, troppo tutto. Ma ho deciso di farmi attraversare dal dolore. In questa sua forma lancinante, acuta, sorda, quasi intollerabile. E l'ho sentito tutto. L'ho vissuto tutto. Mi sono fatta investire dalle mie paure che si sono concretizzate come se fossero state un treno in corsa. Atterrata. Distrutta. Sepolta dalle macerie.

MA VIVA.

Un giorno mi sono alzata da quel letto disfatto e disordinato, ho fatto il caffè, e ho vissuto. Con la morte dentro, ma con il sangue che scorre ancora nelle vene. Sono sorpresa da me stessa. Mi sono chiesta cosa mi stesse succedendo, se per caso non mi stessi ibernando il cuore.
Non è così. Perchè le emozioni le sento. Sono quelle che provo abbracciando mia mamma, trascorrendo serate tra lacrime, vino e risate con le amiche, assaporando il calore del sole sulla pelle salata, leggendo una mail di incoraggiamento e di amore fraterno da parte di amici lontani e vicini.

Scelgo un abito, ma sì, quello che indossavo quando ho incontrato lui, perchè no. Esco di casa. Mi circondano le persone che mi vogliono bene. Mi sento bene, libera, fiera di me. Ecco perchè non sento più dolore. Perchè sto imparando a bastare a me stessa. Perchè sto imparando a capire che sono forte. Che un uomo sarà anche importante, ma non sarà lui a fare di me una donna felice o meno. Nemmeno se questo uomo è il MERDA.

A cui finalmente, dopo quasi due anni, riesco a dire ADDIO per sempre. Con un sonoro, e meritatissimo, VAFFANCULO.

E sono già più leggera.


giovedì 23 giugno 2011

Raccontare è difficile. Perchè le parole fanno perdere un po' di quella magia vissuta, e la razionalità con cui sto passando al setaccio ogni secondo vissuto farebbe sembrare il weekend un'operazione chirurgica della massima precisione.

L'irrazionalità è stata la componente dominante, invece e, per fortuna, anche la spontaneità. 
Scesa dal Frecciarossa delle 18, ho percorso il binario 14 della Stazione con il mio trolley carico di vestiti, lingerie e sogni. Un percorso che negli ultimi 4 anni ho solcato mille volte. Questa volta però, al limitare delle banchina, c'era LUI ad attendermi. Ci siamo visti e ci siamo baciati. Non c'era bisogno di altro. Mano nella mano ci siamo lasciati alle spalle la folla viaggiatrice e appena arrivati a casa ci siamo spogliati degli strati di tessuto e delle nostre ultime, flebili resistenze.
Il weekend ci ha visti avidi di parole e di baci reciproci, di cibi delicati e speciali, di condivisione di qualche cocktail con gli amici, quasi una dichiarazione ufficiale del nuovo stato di fatto.

L'intelligenza di quest'uomo, la sua perspicacia, la sua cultura enciclopedica, il suo vissuto ricco e denso mi affascinano e mi intimoriscono. Di fronte a lui sento uscire allo scoperto la bambina piccola e bisognosa d'attenzioni. Non ne sono felice, perchè so che LUI è in grado di avvertirne la presenza, so che riesce a solcare lo strato di apparente sicurezza e a scorgere i mille dubbi che mi pervadono. Mi sento nuda, mi sento "vista" oltre pelle, mi sento letta nell'anima. "Gli piacerò ancora, così vulnerabile, così insicura, così indifesa? O forse è altro quello che cerca?" Ho paura. Perchè lo desidero. Fisicamente e mentalmente. Quante volte mi è capitato qualcosa di così intenso nella vita? Poche, rarissime, preziosissime volte.
Lo sente il mio disagio? Lo sente che se già mi aspettavo di dover fronteggiare qualcosa di grande, non mi sarei mai aspettata nulla di così coinvolgente?

Sono io la più presa. Lo so, lo sento. E mi destabilizza, e allora cerco di nasconderlo, ma nel farlo non posso che apparire ancora più maldestra.

E' un uomo di difficile gestione. Non caratterialmente, perchè è espansivo, solare, divertente, affettuoso e generoso. Ma è abituato ad autogestirsi, ad avere tante donne senza però appartenere a nessuna, a bastare a se stesso. 
So che è contento che io sia lì, glielo leggo negli occhi quando mi stringe per l'ultimo abbraccio, quando aspetta di scorgermi dal finestrino della carrozza che mi riporterà a casa, per inviarmi un ultimo bacio aereo. Ma quanto la contentezza dell'attimo perdurerà nei giorni di lontananza, alle distanze geografiche, ai progetti non condivisi e non vissuti insieme, agli incontri che subentreranno.

Il mio mantra è diventato "Stai tranquilla, tutto andrà come deve andare". Cerco di farlo, mi risulta difficile, sento di avere qualcosa di molto prezioso in mano,  che però è anche molto delicato. Non sono sicura di saperlo gestire, mi sento ancora troppo piccola, troppo inesperta. Non so se anche lui vorrà metterlo al riparo dalle mille potenziali calamità che potrebbero distruggerlo.

Chissà.

lunedì 20 giugno 2011

Sorprese di metà giugno

Nemmeno i miei sogni migliori mi avevano raccontato un weekend così bello.
"Meraviglioso", ha detto LUI.

"Chi vuol esser lieto sia, del doman non c'è certezza"

E non so cosa ne sarà di noi domani, ma oggi c'è un'emozione bella e forte che mi è rimasta sulla pelle, e che non se ne va, me la porto addosso, la vesto come uno dei miei abiti migliori.

Oggi sono FELICE.

mercoledì 15 giugno 2011

Under Pressure

Chissà perchè non sono ancora capace di godemi le cose belle. Chissà perchè su un milione di cose positive e mezza negativa focalizzo la mia attenzione proprio su quella.
Forse è volontà di mettere le mani avanti, forse c'è una vocina flebile dentro che mi sta suggerendo di fare attenzione, di non andare sempre e soltanto a ruota libera, che ormai sono alla soglia dei 32 anni e dovrei saperlo bene come sono fatti gli uomini. Soprattutto quelli che chiamo merda dal primo giorno in cui li ho conosciuti.
Che ci sono ancora tanti punti interrogativi a cui vorrei dar risposta, ma le risposte non ce l'ho.
Che la prospettiva di non andare dal tipo losco mi alletta e non poco, e ogni sua piccola mancanza o disattenzione diventa un grosso pretesto per mandarlo a quel paese. Invece so che devo farlo.
Non per lui, per me stessa.
Per affrontare la realtà per quella che sarà, per imparare a dire quello che penso e a chiedere quello che voglio, per riuscire a lasciarmi alle spalle le cose che, dopo attenta verifica, so che non mi farebbero bene.
La paura inibisce sempre, è un freno potente che vorrei togliere.
E' che qualche volta sarebbe bello poter sognare e BASTA, senza chiedersi sempre e comunque dove sta il trucco (per non dire l'inculata).

venerdì 3 giugno 2011

Colpita e affondata

"Ti penso"

Appena arrivato sul mio iphone, sms del merda dalla barca a vela in mezzo al Mediterraneo in cui sta trascorrendo il ponte lungo.
Ecco, mi spiazza. Malissimo.

lunedì 30 maggio 2011

Un bel Lunedì

Potrebbe sembrare un ossimoro effettivamente, ma questo lunedì 30 maggio è davvero un bel lunedì.
Finalmente il Brother è tornato all'ovile dal paese straniero, solo per 3 giorni, ma averlo avuto a casa dopo più di un anno mi ha resa così felice.
Poi c'è il merda onnipresente, e ora vi devo confessare che continuare a epitetarlo così inizia a provocarmi un minimo senso di disagio (ma continuerò comunque a farlo eheheh).
Poi c'è stata l'elezione di Pisapia a sindaco di Milano e, mi scusino gli elettori di destra, per me questa è una notizia bellissima. Soprattutto se accompagnata da un sms del suddetto merda che recita "Potrei essere più felice soltanto se tu fossi qui"
Poi c'è stato un weekend di amici (veri) e un pochino anche della stronza del post precedente che è stata beatamente snobbata dalla sottoscritta per più di una settimana e questo è servito a rimetterla temporaneamente in carreggiata (eccezion fatta per il fatto che ha stretto amicizia su faccialibro con Peter Pan. Sarei curiosa di sapere chi ha chiesto l'amicizia a chi).
Ecco, lui, sì, vi darò mezzo aggiornamento su Peter Pan, così chiudiamo la saga.
L'ho trovato mercoledì sera all'inaugurazione di un locale dove lui è arrivato con..una NUOVA tipa. 
E io ho beatamente passato tutta la serata con le sue amiche, che ho scoperto essere simpatiche e intelligenti (anche la sua ex trombamica..ci adoriamo!)
Power girl! ;-)
Poi mi ha scritto venerdì chiedendo venia per il suo miserevole comportamento. Sevabbèciao.
Poi ho un programma ricco e denso e bellissimo per tutta la settimana. 
E poi questo è un lunedì in meno che mi separa da lui.
Buona settimana a tutti!!

Eccentric Confused Cool Blog

Grazie grazie grazie e ancora grazie a Barbara per l'inaspettato quanto graditissimo premio! 
Sono qui da pochissimo e questo apprezzamento ha il sapore di un caloroso "benvenuto"! 
Ho sempre concepito il blog come uno spazio personale in cui riversare gioie e dolori della quotidianità, ho sempre scritto per sfogare le mie paturnie (tanteeee), ma il fatto che qualcuno possa apprezzare i miei deliri giornalieri mi fa sentire davvero bene! Seguendo pochi blog (per lo più quello delle "amiche" di un vecchio "condominio" rimasto pressochè abbandonato) non faccio nomine, ma invito chi passerà di qui a visitare il bel blog di Barbara PopCorn e Cioccolato, vi piacerà, io me ne sono innamorata subito!

martedì 24 maggio 2011

Menomale che ci sono le amiche!

Quando sono uscita dal pub l'altra sera (quello dove ho lasciato Peter ad affogare nelle tette della biondazza cessa, per intenderci), sono salita in macchina con due mie amiche e ho commentato tra il basito e lo schifato quanto appena visto.

Amica n.1 ha dimostrato un'empatia proverbiale commentando così:
"Eh beh, certo, che ti aspettavi, sei stata lì un'ora a fargli LA POSTA, in attesa di un suo cenno, e quando è arrivato sei corsa subito da lui".

A parte che NON E' VERO. Io mi trovavo in quel pub per lui, è vero, perchè avrebbe suonato lì quella sera..solo che: sono arrivata alle 2.00 (a esibizione praticamente conclusa) perchè prima ero altrove a farmi gli stracavoli miei.
Dalle 2 alle 3, mentre lui era troppo occupato a fare il figo a destra e a sinistra, facendo dei piccoli pit-stop di 10 secondi una tantum al mio tavolo, io parlavo con Amica n.2 del merda, della psico, e insomma, dei cavoli miei. 
Alle 3 è stato lui ad avvicinarsi, mi parlava, ho risposto. Mi ha baciata, l'ho baciato. Perchè fisicamente mi piace e su questo non ci posso fare nulla.
Ma io non sono mai stata lo zerbino di nessuno.
Comunque il problema non è questo, perchè se anche fosse, se anche mi volessi inzerbinare fino all'osso, TU, che dovresti essere la mia amica, come fai a commentare così, per di più in modo acido??
Allora domenica io e la Best Friend abbiamo preparato una cenetta a casa mia, e mentre tagliuzzavamo asparagi e preparavamo tartine, le ho chiesto come mai secondo lei, Amica n.1 si comporti sempre così acidamente con me,mentre con gli altri è sempre disponibile e anche molto tappetino nei confronti di tanti, uomini e donne che siano. E come mai arriva sempre a odiare gli uomini che frequento, chiunque essi siano!?

La Best Friend ha sentenziato così "Ti dirò una cosa forse un po' pesante, ma sostanzialmente credo sia perchè è te che odia. Le scateni qualcosa dentro, rabbia, forse per qualcosa che vede in te e che manca a lei. E riversa tutto questo sugli uomini che frequenti perchè non può farlo direttamente su di te. Ma l'astio che ha nei tuoi confronti è palese".

Bah. La conosco da 20 anni o forse più, ma non sarebbe più carino e semplice volersi bene, accettarsi con tutti i difetti del caso, condividere la stessa condizione di zitellaggio in empatica armonia?
Mmmm.. forse dovrei trovare anche per lei qualcuno che arrivi ad un tavolo di un pub "x" e la baci spassionatamente davanti a tutti come Peter ha fatto con me. Forse l'acidità verso di me diminuirebbe. 

Conoscete qualcuno?


sabato 21 maggio 2011

Meno uno!

"E' evidente che di donne capisci proprio poco. 
Peccato, eri carino, ma gli uomini di bocca buona non mi sono mai piaciuti. 
In bocca al lupo per tutto"

Addio per sempre a Peter Pan che oltre ad essere noioso ed egocentrico, è anche un miserevole ometto senza classe nè qualità. Se il Merda potesse commentare (ovviamente siamo nel periodo ipotetico dell'impossibilità) direbbe "Questo non è nemmeno un puttaniere, è proprio un cretino!". E con questo pensiero in testa, sorridevo in macchina, mentre rientravo a casa da una disastrosa serata in cui me ne sono andata lasciando quel portatore-di-piccolissimo-pene tra le tette della biondina bruttina e grezzotta che non ha esitato a saltargli addosso sotto i miei occhi dopo che Peter aveva limonato con me per mezz'ora. Bah. Tristezza infinita per loro, gioia mia nello svegliarmi stamattina con la consapevolezza di non appartenere a questo baraccone squallido e ridicolo. 

Buon weekend a tutte!


venerdì 20 maggio 2011

W facebook!

Una foto di Peter Pan immortalato con gli occhi puntati come due radar sulle tette in bella mostra della ragazza che sta abbracciando sul lato destro, mentre su quello sinistro allunga il tentacolo da polipo sulla sua ex-trombamica che ridacchia divertita, fa bella mostra di sè sulla sua bacheca da circa 8 ore.
Commenti ironici del suddetto Peter Pan a coronamento della simpatica effige dell'allegro trio rendono piuttosto chiaro il perchè del suo silenzio nel weekend.
Stamattina mi scrive un messaggio in cui mi epiteta "biondina"(peccato che io sia nera come l'ebano..)
Che si sia sbagliato con tette-al-vento? 
O magari che si sia trattato di un messaggio seriale, e che il bimbetto annoiato si senta troppo flemmatico per poter modificare gli appositi spazi in modo da customerizzare l'SMS in base al colore dei capelli di ogni donzella che popola attualmente la sua vita?
La reazione immediata è stata un mix di astio puro, odio selvaggio, ira funesta e un senso di sgradevole "presa per i fondelli" (eufemismo). Ma è durata poco.

Perchè alla fine non me ne frega niente, perchè è un Peter Pan noioso ed egocentrico. Oddio, è carino e mi attrae, quindi decido che, a meno di ulteriori ed esplicite dichiarazioni di puttanieraggio selvaggio, lo terrò comunque buono come diversivo nelle serate in cui non avrò niente di meglio da fare.

Nel frattempo lavoro su di me, con la mia bambina capricciosa che alla vista delle foto incriminata ha già iniziato a scalpitare, ha messo il broncio e vuole piangere, ma questa volta forse sono riuscita a consolarla.
E quanto mi fa sentire bene questa cosa. Mi fa sentire forte, mi fa sentire autonoma, mi fa sentire che posso permettere al merda di essere una presenza quotidiana nella mia vita. 

Ci sentiamo ogni giorno e a ogni ora. 
Poter prendere il cellulare e scrivergli quando ne ho voglia solo per il fatto che mi manca, perchè lo penso, perchè mi va di sapere cosa ne pensa dei risultati delle amministrative a Milano, perchè devo dirgli che mi piace un sacco una canzone, perchè mi piace parlare con lui, perchè gli voglio mandare l'emoticon con il cuore, vedere che come lo cerco io mi cerca lui, perchè mi vuole augurare la buonanotte e il buongiorno, perchè mi deve dire che non ce la fa più ad aspettare e che mi vorrebbe vedere subito, perchè vuole sapere cosa faccio nel weekend, perchè vuole provocarmi con frasi allusive è incredibile, mi smuove dentro, mi fa sentire libera, mi fa vivere un piccolo sogno che mai avrei pensato potesse realizzarsi, dopo tutto quello che è successo nell'ultimo anno.

L'ho giò detto, ma lo voglio ribadire. Nessuno dice che sarà facile, ma sento di essere sulla buona strada.

mercoledì 18 maggio 2011

Implosioni

Capita anche a voi? Di sentirvi completamente spaesate, senza bussola, straniere in terra straniera senza capire bene in quel direzione andare.

E' tutto così confuso. No, invece, è l'esatto opposto. Niente è mai stato così chiaro. Per la prima volta gli occhi vedono la realtà nella sua nuda crudezza, il castello di belle bugie è crollato, il velo bianco è stato strappato, ora c'è solo la realtà, nei suoi aspetti belli e in quelli meno belli, ma è lì vera, tangibile.
La lucidità acquisita proietta immagini della confusione reale. Questa è la prima consapevolezza. Bisogna prendere atto di questo caos, per iniziare a plasmarlo in base a chi sono e a come sono.

La bambina capricciosa non gioca più a nascondino, è uscita allo scoperto, e la donna che se la ritrova di fronte in un faccia a faccia diretto e brutale non può far finta di niente ormai. Deve guardarla, deve imparare a gestirla anche se al momento sembra indomabile. Deve imparare ad amarne fragilità ed emotività, per aiutarla a crescere e a superare tutte le sue paure.

Insieme dovranno cercare di capire qual è la strada migliore per riconciliarsi, quali sono le scelte giuste da prendere, cosa e chi accogliere nelle propria vita, cosa e chi lasciare fuori dalla porta.

Cominciano a muoversi tante cose, un malessere inquieto forse ne è la naturale conseguenza, ma questo percorso è quello che ci vuole, e se comporta questo stato di totale anarchia ansiogena, pazienza. 

La direzione giusta forse l'abbiamo trovata (e la bussola anche).

lunedì 16 maggio 2011

Un post triste

Vi avverto fin dal titolo, così se non avrete voglia di leggere brutte notizie, beh, lasciate perdere questo post.

Le brutte notizie sono per me, si capisce.
Iniziamo dall'inizio. Mercoledì sera. Esco con Peter Pan, l'attrazione sessuale è sicuramente superiore a quella mentale. Mi piace, è simpatico e mi fa ridere, ma un po' cafonamente inizia a litigare via sms con qualcuno/a per quasi tutta la durata della cena. Praticamente ignorandomi. 
Prosegue con questo suo smodato egocentrismo in cui o si parla di lui o si parla di lui.
Le cose migliorano in macchina sua, sui sedili posteriori, perchè fisicamente c'è un'attrazione che nessuno può mettere in discussione (nonostante le dimensioni "scarsine"....).
Da lì non si fa più vivo. Nel frattempo mi ammalo, e passo un fantastico weekend a letto in compagnia di antibiotici, mal di gola, febbre alta e paranoie. 
Ecco che ritornano a galla gli stessi meccanismi di sempre. Mi sento sotto un treno, la mia autostima è inesistente, vedo tutto nero, ho bisogno della mia doctor ma devo aspettare fino a giovedì. L'ultima seduta è stata pesante, molto, tempo per la prossima. Almeno capirà quanto riesco a distruggermi per un nulla.

Passa la mia best friend, mi sfogo un po' con lei, non so se sia peggio o meglio. Notte insonne, agitata. Poi il mattino. E un sms sull'i-phone. Questa volta è il merda. Mai stata così felice di sentirlo.

Tutto sbagliato, lo so, ci lavorerò su. Mi chiedo cosa devo fare con questo imbecille del paesotto. Gli scrivo? Lo chiamo? Lo aggredisco? Lo ignoro?

martedì 10 maggio 2011

Wrong in a right way

Respiro profondo. Ansia riesco a tenerti sotto controllo. Almeno per ora.
Mi stupisco. Nonostante l'ennesima delusione da parte del maleficissimo merda (più merda che mai, tra l'altro), riesco a controllare le mie paure, le mie lacrime, il mio mal di stomaco. 
Ci sono tante cose che mi aiutano a mantenere tutto sotto controllo.

1. La distanza. 300 km che ho maledetto fino a poco tempo fa. Ora invece ringrazio l'Appennino, la Pianura Padana, le curve e la tangenziale per frapporsi tra me e l'infimo essere.

2. La terapia. Che mi fortifica e mi aiuta a vedere tutto sotto un punto di vista diverso. IL MIO.
3. Peter Pan. Che continua con la politica dell'essere-presente-ma-non-per-questo-invadente. Nuovo invito arrivato alle 23 circa ieri sera per domani. Ho accettato molto volentieri, ho voglia di vederlo, ho voglia di farci un sacco di cose, soprattutto quelle che si allontanano dalle regole della buona educanda.
La sua presenza nella mia vita mi infonde fiducia e mi fa ben sperare.

4. Il mio lavoro. Il mio ruolo in agenzia al momento non sarà il massimo della realizzazione professionale, ma l'ambiente creativo e stimolante e le tante serate promozionali in corso mi distraggono e mi divertono.

5. Le mie amiche. Avere al mio fianco quelle vere di una vita mi conforta e mi rincuora. Mi fa sentire a "casa".

6. I weekend al mare. Con questo clima perfetto, con le spiagge non ancora prese d'assalto, con gli spritz della domenica sera, con la mia casa che adoro sopra ogni altra casa del mondo!

7. Lo shopping. Perchè ora che sono rientrata all'ovile qualche soldino in più c'è e mi permette, qualche volta, di bypassare H&M e Zara e di concedermi qualcosina che, una volta indossato, mi fa sentire bene.

Metto tutto sul piatto della bilancia. Sull'altro c'è LUI, malefico, con il suo carico di cattiveria, mancanza di coerenza, strafottenza, menefreghismo, inaffidabilità. Ho già versato troppe lacrime, ho già avuto troppi mal di pancia, ho già sofferto troppo. Questa volta non te lo permetto. Fai quello che vuoi, io non ti voglio più.







venerdì 6 maggio 2011

Chi nasce tondo non diventerà mai quadrato

Vale per me, ma vale anche per gli altri. Diciamo l'ALTRO. E per l'altro non posso che far riferimento al mitico merda. Che non si smentisce mai. Come nella somma matematica. Inverti pure gli addendi (erano loro?), illuditi pure che mischiando i numeri le cose vadano diversamente. Invece niente, il risultato è sempre lo stesso.
L'ho sentito l'ultima volta lunedì sera. Da allora silenzio totale. 
Che non sia un tipo "telefonicamente" espansivo l'abbiamo appurato.
Che per il momento non c'è trips for cats e che non possiamo incontrarci anche.
Ma il silenzio totale mi fa inviperire completamente.

Però stavolta c'è una differenza. 
Non aspetto più nessuno, tantomeno lui.
Ed ecco allora che uno dei miei due "flirt platonici", così tanto platonico non lo è più. Tra i due "pretendenti" ho scelto quello più naif e infantile. Meno impegnativo, che già il mio bel peso sul groppone ce l'ho e figuriamoci se devo andare a impantanarmi con uno che dopo due uscite, potenzialmente, potrebbe presentarmi a tutti come la sua nuova fidanzata (poi magari non sarebbe così, ma l'idea che trasmette è quella).
Comunque.
Esco con il PETER PAN della situazione mercoledì sera. Sono agitata? Appena, mi sento piuttosto sicura in realtà.
Ci incontriamo in un parcheggio e salgo sulla sua macchina fresca di concessionario.
Mi sembra che il più imbarazzato sia lui, è un po' indeciso sul posto in cui andare, forse teme di non essere "all'altezza" della situazione. Mi fa tenerezza. E' carino e un po' goffo in questa situazione. Di solito, quando è in giro, sembra sempre uno che "sa il fatto suo", ma a diretto contatto con me, senza filtri e senza altre persone di contorno, sembra quasi indifeso. Che carino.
Beviamo qualche birra di troppo nel pub di provincia dove non andavo dall'età di 23 anni, lui no, è un habituè, saluta la ragazza che ci serve che si ferma (un po' troppo) al nostro tavolo.
Dopo la prima mezza pinta tutto diventa più semplice e rilassato, mentre i discorsi scivolano senza difficoltà.
Dopo un po' ci allontaniamo dal locale e saliamo di nuovo nella sua macchina. Ci fermiamo da qualche parte, semi-nascosti nell'oscurità, e come due diciottenni ci trasferiamo sui sedili posteriori e diciamo addio per sempre allo stato "platonico" del nostro rapporto amichevole.
Un'uscita adolescenziale che mi ha stampato sul viso un sorriso beato per tutto il giorno seguente, nonostante 4 ore di sonno, una giornata impegnativa al lavoro, una serata promozionale in cui stavo per cadere con la faccia nel piatto durante un catering divino in una location spettacolare, insieme ai miei due boss che si sono molto divertiti nel constatare il mio stato di "semi-beatitudine" (Per la cronaca, hanno versato sul mio conto tutto quello che mi dovevano, che sospiro di sollievo..si è trattato di un misunderstanding, per una volta, e non del solito tentativo di sfruttamento schiavista legalizzato in versione XXI secolo).
Ieri il piccolo Peter Pan è uscito dalla scena, il copione prevede un giorno di silenzio in questi casi, no? Così è stato, dopodichè si è di nuovo fatto vivo oggi. Carino, dolce. Stasera dovremmo essere nello stesso posto, vediamo che effetto farà.
Il pensiero del Merda al momento preferisco accantonarlo, mi aspetta un weekend di mare. Preferisco godermelo serenamente.