venerdì 22 febbraio 2013

La linea di confine

Da una parte ci sono io con la mia maglietta rossa. C'è il ristorante vuoto di prima mattina e c'è lui nella cucina a vista a preparare gli ingredienti per la giornata. 
Lui che ho visto tutti i giorni ogni giorno da settembre in poi. 
L'ho voluto così tanto che mi sono bastate due pinte di birra per dichiararglielo a bassa voce, all'orecchio, per poterlo strappare al party e alla gente inutile intorno e rinchiuderlo nella mia stanza e averlo per me soltanto. 

Poi lui è tornato ad essere il mio figherrimo collega fidanzato. Con una complicità aggiuntiva che ci fa parlare di tutto tranne di quello che vorrei dirgli davvero mentre siamo da soli, una complicità che è fatta di sguardi, sorrisi, cose non dette. Che non ci permette nemmeno di guardarci negli occhi quando siamo con gli altri. 
Mi fa girare la testa da quanto lo voglio. E' solo infatuazione forse, del resto è facile infatuarsi di uno così. Ma è un'infatuazione che mi fa pensare a lui continuamente. 

Che non mi permette di essere felice in un momento come questo. Quello dove sto per attraversare la linea di confine. Vi ricordate la doppia vita, di giorno e di sera? 
Non ci sarà più nessuno sdoppiamento. Varco il confine, passo dalla parte di chi a tavola viene servito.
Ho trovato un lavoro. Uno vero. Ufficio, colleghi, 9-18, nessun turno, nessuna maglietta, nessun "mangio a scrocco". 
Niente più lui. 
Niente lui che mi sorride dal bancone, con la camicia da chef già sporca di salsa al curry quando io arrivo assonnata nella sala. Nessun incontro casuale nello spogliatoio, lui che guarda nel mio armadietto e che mi dice che sono una casinista, io che guardo le sue spalle larghe e gli occhi azzurro cielo.
Mi mancherà da morire. Mi mancherà da fare male. 
Che ora arriva il momento dimissioni-preavviso-tanti saluti. 
Ho firmato oggi il nuovo contratto, al ristorante non sa ancora niente nessuno.

Sono così confusa. Sono felice, orgogliosa di me stessa, ho mangiato merda e sono stata ripagata. Varco la linea di confine che separa quella che sono da quella che vorrei essere perchè adesso le due "me" coincideranno. E non posso che ringraziare me stessa per questo. Nessuna raccomandazione, nessun compromesso, nessun favore. Solo tenacia, resistenza, costanza.

Sono felice di lasciare il mio lavoro da maglietta rossa. Sono davvero felice di lasciare un lavoro che fa schifo. Ma quel lavoro mi ha portato lui. E lui non ci sarà più. E io ho solo due settimane per abituarmi all'idea.

Ciao amore ciao.



lunedì 18 febbraio 2013

La botta di vita

Che a volte ci vuole proprio.

Che ci sono quei giorni in cui svegliandosi, uno si sente già che sarà una giornata sì.

Che le cose a volte non piovono così dal cielo, e quindi bisogna anche un po' farle accadere.
E allora a un party multiculturale, in cui agli ospiti venivano forniti cioccolata, alcool e preservativi a volontà, ho deciso che non avrei preso un taxi di rientro a casa da sola. 

E alla fine mi sono svegliata la domenica mattina in un appartamento luminoso e ben arredato con un gattino di 6 mesi che mi faceva le fusa mentre il suo padrone era sotto la doccia. 

Come ci siamo trovati ci siamo lasciati.

Ma il sesso è sempre una gran bella cosa. E ci voleva da matti.



giovedì 14 febbraio 2013

Amori

Si avvicina San Valentino e anche se lo passerò da sola come ogni benedetto anno voglio parlare di amore. Quello che mi manca. Quello che avrei bisogno di dare a qualcuno, altrimenti rischio di implodere. 
Quest'anno però non voglio essere cinica, e per questo San Valentino dichiarerò (qui soltanto, sia ben chiaro), l'amore che nutro, a modo mio, un po' superficiale un po' idealizzato, per chi ha popolato la mia testa e i miei pensieri negli ultimi mesi.
PRIMO CLASSIFICATO - stazionario. Il baby australiano. Sul suo profilo fb ci sono foto di lui durante vari festival estivi. Con quei capelli giusti, la maglietta bianca, i jeans del chissenefrega, i rayban neri è l'uomo più cool che abbia mai portato nella mia stanza. Sa tutto di musica, ha girato tutta l'Europa, ha avuto mille amanti in questo emisfero, ma si ricorda di me. E' gentile, magro, sotto i rayban nasconde due occhi verdi made in Melbourne che mi hanno rubato cuore e ormoni. Tra poco scadrà il suo visto, e il baby torna nella patria aussie. Mi manca già.

SECONDO CLASSIFICATO- collega fidanzato. Fresco di ferie, torna che è più figo di prima. Finalmente ha deciso di togliersi quell'impietoso taglio di capelli e a quanto pare sembra aver fatto un salto in uno dei saloni più all'avanguardia di Londra. Quindi ora, oltre ad essere spropositatamente bello, ha anche un taglio da copertina e poi ha deciso di farsi crescere quella barbetta lì che indurisce i tratti angelici e risalta gli occhi blu cobalto. Certe visioni di prima mattina mi fanno rischiare la sindrome di Stendhal. 
Adesso è diventato più restio a dare confidenza, ci sono rimasta male poi gli ho detto chiaro in faccia che se vuole una cosa da me (non "quella" cosa, ma un caffè, un bicchiere, dell'olio piccante), è bene che me lo chieda direttamente invece di farlo per interposta persona. Mi ha detto "sorry", mi ha sorriso e io sono morta.

TERZO CLASSIFICATO- new entry. Dj inglese. Sì, ma solo come secondo lavoro, di giorno ne ha uno serio. Nel senso che la mattina si alza e va in ufficio. (non come il musicista matto che è troppo artista per potersi svegliare prima delle 4 del pomeriggio). Mi fa ridere, mi parla un sacco dei suoi gatti, è atletico, alto, ha gli occhi azzurri e un ciuffo anni 80 inguardabile, uno stile molto british, parla uno slang incomprensibile ed è (ahia), appena uscito da una relazione. Siamo in fase di studio, non è successo niente di niente. Ci scriviamo tantissimo. Ha una follia fanciullesca e allegra. Si è sbilanciato appena appena ieri. Da verificare.

FUORI CLASSIFICA Perchè decisamente innarrivabile. Sam Riley. Il MIO uomo del momento. Nel caso non sapeste chi sia, googlate. Non ve ne pentirete.

Nel caso ve lo stiate chiedendo, sì, l'ormonite è acuta e si fa sentire, ma per il momento me la tengo perchè sono troppo fragile e impaurita da qualsiasi approccio con l'altro sesso. E' il "vorrei ma non posso" che regna sovrano.

Avrei da dire tante cose. Ma non vi tedierò oltre, per stasera.

Tanti Valentini per voi!

giovedì 7 febbraio 2013

Il solito casino

Ho fatto un po' di cazzate ultimamente.
Cose confuse, uomini a caso, lavoro chissenefrega, ciucche tristi passate sulle scale di qualche pub a disperarmi per cose che sono nuove ma che alla fine sono sempre le stesse.
Poca musica, meno del solito.
Molto lui. Il collega fidanzato. Che grazieaddio questa settimana è in vacanza, almeno non devo farci i conti tutti i giorni. E' di un bello disarmante. Continua ad essere gentile con me, flirta ma non tocca. 
Lo odio. Perchè mi sale l'ansia abbandonica praticamente ogni giorno dal lunedì al venerdì. Così ho smesso anche di salutarlo. Ma lui niente, continua ad essere gentile. Maledetto te, i tuoi occhi azzuri, il bicipite che fa capolino dalla camicia, il sorriso stupendo, la barbetta accennata.

Poi ci sono gli amici che anche se sono presenti fisicamente non lo sono mentalmente. E qualcuno non è presente in nessuno dei due sensi. Io ho degli amici stupendi, ma in questo momento sono tutti assorbiti dalle loro vite (incasinate, per lo più), e chiedono-chiedono-chiedono, a me che non ho niente da dare, ma che avrei bisogno di ricevere e non ricevo perchè probabilmente ora nemmeno loro hanno niente da dare.

Mi sono trovata a fare cose fighissime e altre sfigatissime nel corso della stessa sera.
Tipo andare ad un party molto selezionato ed esclusivo e tornare a casa e aspettare il malefico musicista per un'ora a casa (di notte). E lui non si è nemmeno presentato.

Poi ho fatto anche altre cose, ma ho un po' di remore a raccontarle.
Magari tra un po'. Magari se l'ansia se ne andasse, se la smettessi di raccontare palle all'universo, se trovassi un lavoro decente, se fossi un'altra me, beh, ecco, allora forse starei meglio.

Macchepalle.