venerdì 23 settembre 2011

Sussulti

A volte capita. Di pensarci. Di pensarlo. E' come una fitta improvvisa. 
Poi lentamente il dolore si placa e il respiro torna regolare. Se penso che probabilmente lui non si ricorda nemmeno più chi sono, se penso a quante altre saranno passate da quel letto.......penso che sia giunto il momento di uscire, fumare una sigaretta e andare a comprarmi qualcosa di fucsia da H&M di fronte a Camden Lock.
'fanculo.

giovedì 22 settembre 2011

Prime impressioni

L'aria è freddina, ma un tiepido sole riesce ancora a scaldare le ossa a pezzi dopo aver sopportato il peso di 30 kg di valigie (tutto quello che mi era concesso di portare).

Sono andata in banca, al centro Vodafone, a quello per l'impiego, da Pret-à-manger per un panino alla salsa chili e da Argos che, per chi non lo sapesse (come me fino a 3 giorni fa) è la versione discount di Ikea. Ieri sono anche passata dal supermercato, enorme, dove trovare qualcosa di sano da mangiare risulta un'impresa eroica, ma nel frattempo, mentre giravo da un corridoio all'altro alla ricerca di muffins al cioccolato, ho avuto modo di innamorarmi di un tipo alto e moro, con uno strano cappello in testa che mi sorrideva ogni volta che ci incrociavamo. 
Il resto del tempo l'ho passato incollata al mio mac a fare applications, mandare CV e lettere di presentazione e a parlare su skype con gli amici. 

La camera è ancora un casino. Il brother traslocherà nel weekend, ma al momento non mi è possibile nemmeno appendere gli abiti, che giacciono indisturbati in valigia da 3 giorni.
Ho scoperto che nei negozietti dei pakistani si trova di tutto, e loro fanno tutto, anche sbloccarti l'iphone per poter utilizzare internet all'estero.
I commessi e gli impiegati sono gentili, la proverbiale impazienza inglese al momento non l'ho ancora trovata, anzi, mi sono imbattuta in persone davvero gentili e disponibili.

Da qui tutto assume una prospettiva diversa. Forse sono ancora troppo assorbita dalle cose da fare, sistemare e trovare per provare nostalgia, ma un velo di malinconia c'è, ogni tanto se penso a quello che ho lasciato a casa mia mi prende un po' il magone, ogni tanto penso a quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato, ma poi, come cantava il Vasco dei bei tempi, "ho camminato tanto e fuori, c'era un grande sole, che non ho più pensato a tutte queste cose" [e soprattutto c'erano intere band di musicisti, armati dei loro strumenti, intenti a raggiungere i vari locali di Camden per la serata..una gioia per gli occhi e per il cuore].

London calling.

martedì 13 settembre 2011

Chiedilo alla Luna

Cara Luna, mi dicono che quando sei piena si ha la possibilità di rivolgersi a te per esprimere una richiesta.
Allora la mia è questa: vorrei un cerotto sul cuore. 
La ferita brutta che lo ha spaccato in due non sanguina più. Ma la cicatrice è visibile, ed è la testimonianza di un lutto, di una brutta caduta, di un vetro di promesse che va in frantumi. 
Regna la pace ora, e alla fine va bene così. Sono tornati entusiasmo, sorrisi, progetti e allegria.
Ma un cerotto a coprire quel segno ci vorrebbe. Perchè la cicatrizzazione non è stata indolore, e ha portato via una fiducia che ho scritto di aver perso per sempre, e forse è così, ma ritrovarne una parte forse mi renderebbe meno cinica e (in)sofferente.
Non posso pensare agli altri come capro espiatorio per qualcosa che non li riguarda. O forse sì.
Aiutami a mettere un cerotto proprio lì, come un nuovo inizio, e poi vedremo quello che accadrà.