martedì 10 gennaio 2012

Modalità off

Il 2012, diciamolo pure, al momento mi fa abbastanza schifo.
Il peso della crisi economica dilaga in tutta l'Europa, c'è questa immensa nuvola nera che non fa presagire nulla di buono. Soprattutto quando mi collego su skype con l'Italia e le notizie non sono certo confortanti.
Il mio era un piccolo paese borghese, piuttosto snob e benestante. Uno di quei paesini in cui le madri di famiglia (compresa la mia), riprendono i figli da scuola con il suv, dove ogni casa (di proprietà) è circondata da un grande giardino e le terrazze si affacciano sulle colline toscane. Uno di quei classici posti dimenticati dal mondo in cui jeans e giacconi devono essere marchiati con il brand del momento altrimenti non sei nessuno.
Ho sempre criticato questo stile di vita esibizionista e farlocco, anche se sono riuscita a depurarmene con fatica e dopo tanti anni di lontananza.
Eppure ora mi fa tristezza pensare come tutto sia cambiato. Il mio paese viveva ed era ricco grazie alla produzione di mobili, un settore che adesso è praticamente morto. Chi decideva di abbandonare gli studi automaticamente diventava falegname o tappezziere. 
Oggi le cose sono un po' diverse. 
Le grandi aziende storiche, quelle in cui ha iniziato a lavorare la generazione degli oggi 60enni, hanno chiuso i battenti definitivamente, seguite ad effetto domino dalle ditte più piccole, scalzate dall'egemonia imperante di Ikea, Mondocasa e varie ed eventuali. Con una conseguente perdita del lavoro senza precedenti nella mia cittadina.
Le conseguenze si vedono nella tristezza dei negozi vuoti, costretti a rinunciare ai capi più belli e costosi per scegliere qualcosa di più economico, che tuttavia rimane invenduto nonostante i saldi anticipati. Si leggono nei bar vuoti, dove prima si sprecavano ricchi e abbondanti aperitivi. Si percepisce nella decadenza fatiscente di alcune strutture abbandonate, che furono un tempo vetrine delle mostre di mobili di design e fabbricati su misura.
Nuove popolazioni crescono e si arricchiscono. Ed ecco le nuove generazioni di cinesi che entrano nel mio negozio preferito da sempre, uscendone con mille euro di capi firmati in saccoccia. Almeno qualcuno fa girare l'economia.
Nel frattempo l'unico ristorante che si affolla è quello della Caritas, che oltre agli stranieri indigenti, ospita e supporta sempre più spesso famiglie italiane che hanno perso il lavoro, costrette a superare l'imbarazzo di chiedere un pacco con i beni di prima necessità all'interno.
Sono rientrata al paese per Natale e ho visto almeno 4 negozi che hanno chiuso nel giro di tre mesi.
Che dire, non lo so. Mi dispiace.
So di persone in gravi difficoltà, penso che potrei ritrovarmici anch'io.
In questi giorni sono triste, lo so.
Non voglio immalinconire i miei lettori, ma non riesco ad uscire da questo stato d'animo.
I colloqui degli ultimi giorni non hanno dato nessun risultato, al momento.
Il baby è scomparso. 
Ho scaricato il banker.
Insomma, punto e daccapo. E per qualche strano motivo mi manca l'Italia.
Avrei voluto che fosse andato tutto diversamente.
Invece è così. E allora per alleggerirmi l'anima stasera mi vestirò un po' all'inglese, mi attaccherò anche le sopracciglia finte se ce la faccio e poi vado al loro concerto


6 commenti:

  1. Le sopracciglia finte? Modalità Elio?!?!?
    Scusa, scherzo per sdrammatizzare un po'.
    Siamo nella merda ma da un po' di giorni comincio a credere veramente che ne spaleremo una quantità e riemergeremo almeno fino alle spalle.
    E sono pessimista, io.

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  2. errata corrige: ciglia finte :-D
    Sono contenta di sentirti parlare così, io magari respiro l'aria che tira solo attraverso dei filtri, peraltro sono parziali. Spero bene, che io voglio tornare prima o poi!

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  3. stellissima, cerca di stare serena più che puoi. Tante cose forse ancora andranno malaccio ma poi tutto prenderà nuova forma, e non è detto in peggio.

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  4. è una tristezza questa crisi economica mondiale, ma io voglio essere fiduciosa e pensare che nella crisi troverem ole risorse per uscirne e andare avanti e chissà magari anche cambiare quello stile di vita di facciata che ci ha fatto arrivare fin qui!

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  5. per la crisi non so che dire.. sono molto preoccupata anche io.. il mio lavoro rende pochissimo e il lavoro di marito che sembrava sicuro ora balla... ho un po' paura ma cerco di pensare che troveremo le risorse per andare avanti e che è dal letame che nascono i fiori.. e poi ad immaginarti con le sopracciglia finte ho riso un sacco!!! poi ho letto che sono ciglia!!

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  6. stai lì!!!! che se tutto va male qui, ti salvi!
    ce la puoi fare, i momenti no passano in fretta, lo sai...
    e io momenti buoni arrivano sempre.
    un abbraccio forte!

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