sabato 15 dicembre 2012

Almeno

Almeno prima ero triste per qualcuno.

Adesso sono triste per me stessa.

Per le soddisfazioni che non arrivano nonostante l'impegno.

Quasi 2 anni senza vacanze, almeno 10 a tirare la cinghia per un futuro migliore che non è mai arrivato.

Sopportare di tutto, anche pulire i cessi di un retrobottega con un master in mano, pur di mandare avanti speranze, autonomia, ambizioni.

Mi sembra che non sia servito a un bel niente.

E in questa fine di anno posso beatamente raccogliere i cocci della mia vita, nella solitudine soffocante di una stanza straniera, mentre un "visitatore" mi scrive l'ennesimo sms per capire se può eiaculare senza impegno e senza sforzo prima di andare a dormire.

Fanculissimo.



8 commenti:

  1. beh, guarda il riscolto della medaglia.
    se stavi qui, dove sto io, non si sarebbe preso neanche la briga di mandare un sms per concretizzare.
    si sarebbe limitato (e senza neanche chiedere il permesso) a fare qualcosa per fatti suoi, dietro lo schermo di un pc.
    forse.
    forse neanche quello...

    no, a parte le solite cose lamentose, lo sai bene che quel che hai fatto è tantissimo, che non è vero che non è servito a niente.
    è vero, non ci danno la medaglia, ma non dobbiamo ringraziare nessuno per quello che facciamo.
    arriverà il momento di raccogliere tutto quello che si è seminato.
    probabilmente i tempi non sono ancora maturi.
    e tanto di cappello, perchè in tempi difficili come questi, non ti abbatti, ma continui sulla tua strada.
    non c'è assolutissimamente nulla di male in questo.
    e con la solitudine ci facciamo i conti tutti, anche se qualcuno maschera meglio.
    la tua storia è anche la mia storia e quella di tanti altri che non si arrendono, pure avendo un cv da paura.

    un abbraccio fortissimo!!!!!!!!
    e sfanculizza l'imbecille, che davvero, se è così è inutile perderci tempo...

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    1. Infatti non dobbiamo mai mollare. Il fatto è che a volte ci sono momenti in cui mi sento così debole e pure sola, che mi sembra di non avere più alcuna riserva di energia.
      Ma insomma andiamo avanti.
      Un abbraccio forte a te!

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  2. ciao, sei tornata a scrivere! ogni tanto passavo per vedere se c'era qualche aggiornamento..a volte mi pare di leggere cose che potrei avere scritto io: certe riflessioni e certe autoanalisi... Anche a me a volte pare di aver combattuto e lottato per un bel niente, per essere sempre e solo al punto di partenza, come se continuassi a passare dal via, a girare in tondo. Chè poi alla fine pare che le vite degli altri vanno avanti, mentre la mia è sempre uguale a se stessa...
    Proseguiamo, andiamo avanti: è l'unica cosa da fare :)

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    1. Ciao e grazie per la visita :) Evidentemente è un male generazionale, o la precarietà esistenziale che ci induce a queste riflessioni. Cmq sono d'accordo, andare avanti è l'unica cosa da fare!

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  3. ..il fatto è che... ci siamo date da fare per raggiungere obiettivi che non appartengono più ai tempi che viviamo,il lavoro è morto e se non verrà pianificato per bene non andremo proprio da nessuna parte, anche s emolti hanno l'illusione di fare grandi cose perchè hanno un "ruolo"..
    ecco il già dover sentire la necessità di avere un ruolo è una grande sconfitta per il genere umano..
    e riguardo quell'sms...io al posto tuo la cancellerei e...in tutti i sensi..

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    1. Io mi sento "incastrata": ho iniziato a pianificare il mio futuro in un momento in cui non c'era precariato, un'epoca in cui un titolo di studio era comunque garanzia di qualcosa. Poi i tempi sono cambiati e "flessibilità" è diventata la parola d'ordine. Non credo di non essermi adattata, ho fatto lavori che non facevo nemmeno ai tempi dell'università. Però il rammarico e l'insoddisfazione cronica ce l'ho eccome. Semplicemente perchè non sono quello che avrei voluto essere.
      Per l'sms grazie per il consiglio, credo sia cosa buona e giusta :)

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