lunedì 9 luglio 2012

UN PEZZO D'ESTATE

Sono tornata in patria e ho deciso di prolungare la permanenza per poter dare alle mie ossa il tempo di asciugarsi, alla mia pelle di abbandonare il grigio del nuvolame britannico, alla mia mente di creare il giusto distacco dagli ultimi eventi. 
Un lavoro che pensavo di avere in mano, tanto che stavo già pensando a come avrei speso uno stipendio da capogiro che quando me l'hanno detto sono rimasta a bocca aperta per un quarto d'ora, e invece poi è arrivata una brutta mail in cui, in sostanza, mi dicevano che il lavoro l'ha avuto qualcuno più esperto di me. Sono seguiti lunghi minuti di lacrime e sconcerto su un divanetto di un negozio di Oxford Circus e un viaggio sull'Isola di Wight. Un festival maledetto da alluvione, fango e un freddo novembrino in piena estate, ma benedetto da un'esperienza musicale e umana senza eguali, che davvero se non lo si è vissuto difficilmente lo si può comprendere.
Poi per qualche weekend ho vestito i panni della fidanzatina del tipo "sistemato" e ho finalmente coronato il sogno di andare a distendermi al parco, in una rara domenica assolata, tra le braccia di un uomo gentile ed educato, nonchè molto generoso. 
Adesso sono partita e lui non si è più preoccupato di niente, e io sono tornata con i piedi per terra, e ho finito la pazienza che non ho mai avuto e ho deciso che il ruolo della fidanzatina che guarda film su un divano di una casa di proprietà durante un venerdì sera londinese non mi si addice per niente. 
Datemi una Guiness, della musica live che sia degna di questo nome, un locale underground un po' hipster un po' indie, datemi i miei amici e degli incontri fugaci, perchè a me ora non serve altro.
Di sfuggita ho visto il musicista, quello che mi ha sedotta e abbandonata in una notte di Pasqua, e ho provato una rabbia passeggera, durata un viaggio in metropolitana lungo la Northen Line.
Ho rivisto il mare e ho toccato la sabbia dopo un anno denso e impegnativo, ho abbracciato persone che non vedevo da tanto, sono tornata a casa dopo lunghissimi mesi a godermi le cene in giardino, il gatto nero del vicino, la brezza serale sul dondolo di legno.
Ho comprato un vestito meraviglioso per un matrimonio in famiglia e ho scoperto che posso ancora commuovermi di fronte allo scambio delle promesse, ma che poi posso anche sentirmi distante anni luce da una realtà così diversa dalla mia.
E allora sento quasi che Londra mi manca. 
Ma per ora rimarrò qui. A godermi il sole, il mare, il cibo e il vino bianco.
Cheers, Italia!

4 commenti:

  1. L'Italia ha ancora qualcosa di buono, meglio godercelo perchè nons arà così per sempre...
    E' bello leggerti, è come volare nella tua vita..
    le emozioni sono così, ci volano dentro, buone e meno buone, ci trasformano, a volte per un po', poi si torna noi stesse, meglio!

    RispondiElimina
  2. già scritto altrove chè ancora non avevo letto il post: goditi il sole, le tue ossa ringrazieranno. e l'abito è veramente cool, adoro quel colore. Per il resto, uomini intendo... beh, sono spiccioli. ;-)

    RispondiElimina
  3. che bellezza!!!!
    Spiace per quel lavoro,ma pollici in sù per tutto il resto! L'estate è appena iniziata!!!

    RispondiElimina