sabato 15 dicembre 2012

Almeno

Almeno prima ero triste per qualcuno.

Adesso sono triste per me stessa.

Per le soddisfazioni che non arrivano nonostante l'impegno.

Quasi 2 anni senza vacanze, almeno 10 a tirare la cinghia per un futuro migliore che non è mai arrivato.

Sopportare di tutto, anche pulire i cessi di un retrobottega con un master in mano, pur di mandare avanti speranze, autonomia, ambizioni.

Mi sembra che non sia servito a un bel niente.

E in questa fine di anno posso beatamente raccogliere i cocci della mia vita, nella solitudine soffocante di una stanza straniera, mentre un "visitatore" mi scrive l'ennesimo sms per capire se può eiaculare senza impegno e senza sforzo prima di andare a dormire.

Fanculissimo.



giovedì 13 dicembre 2012

Nobody's wife

Scriverò uno dei soliti post lamentosi e paranoici. Ma questo è il mood degli ultimi giorni, nonchè la diretta conseguenza del mio continuo fare cazzate nonostante tutto.
La mia ultima geniale trovata è talmente banale da essere nauseante. 
Sono andata a letto con il mio collega, di cui mi sono "innamorata" nei 2 secondi successivi al nostro primo incontro. 
Lui è bellissimo. Occhi azzurri e profondi, labbra carnose, sorriso splendido, biondino, alto e asciutto, muscoli definiti al punto giusto. 
Party del lavoro, una ciucca clamorosa, finita in camera mia con una notte che non posso che definire WOW. E fin qui tutto bene. 

Solo che poi io il peso di certe cose non so reggerlo. E' fidanzato e lo sapevo, e ora ben mi sta se l'ansia abbandonica mi assale ogni volta che parla al telefono con la sua lei, o ogni volta che si avvicina e flirta con me e mi sorride con quel sorriso che ti può fare solo colui con cui hai condiviso qualcosa di molto intimo. Ma che me ne faccio io? Nulla, perchè alla fine alle 6 del mattino è da lei che è tornato, a me ha lasciato solo un livido sull'avambraccio, a giudicarne la forma dovrebbe essere un morso.
Comunque non è tanto di questo che volevo scrivere. Come se non lo sapessi che le cazzate sul lavoro non si fanno.
Ormai però è andata, e cercherò di conviverci fino al mio prossimo lavoro.

Da qui è però partita una riflessione sui miei soliti disastri sentimentali e sul fatto che quest'anno un nutrito schieramento di uomini è entrato e uscito dalla mia vita un po' a piacer proprio, come se la mia opinione al riguardo non contasse nulla. Al di là di quest'ultima situazione, che prevedeva una partita già persa in partenza, penso al musicista, al milanese, al baby. 
Sono stata assalita da questa frustrante sensazione di essere sempre quella con cui gli uomini giocano, si divertono, bevono, ballano, fanno pazzie. Ma alla fine rimango sempre da sola. 
E in certi giorni come questo, con la febbre alta e la tosse, non c'è nessuno che si prenda cura di me.
E va bene il mio spirito indipendente e anche l'individualismo e la capacità di farcela da sola, ma così non troverò mai niente che non vada oltre al sesso post-sbronza.

Ci ho riflettuto con il migliore amico e lui dice che un po' (un bel po') è colpa del mio atteggiamento, che sembra essere quello di una menefreghista spavalda (che non sono) che non ha voglia di impegnarsi. Il resto lo fa la capacità di scegliere tipi tremendamente sbagliati.
Eppure non capisco dove si trovi il bandolo della matassa.
Perchè in parte sono quella che si vede, quella che con un uomo/compagno/fidanzato ha bisogno di divertirsi come farei con un amico; quella che sa essere anche intraprendente e prendere l'iniziativa; quella che non ha inibizioni e che se ha voglia di fare una cosa la fa.Non posso far finta di essere diversa, perchè non lo sono.
Ma non sono solo questo. E tuttavia non capisco perchè la mia parte più sensibile rimanga sempre nascosta. Nessuno che la comprenda, nessuno che vada oltre la facciata. La colpa è mia, dovrei riuscire a far emergere una parte sommersa che fa fatica a venire a galla, e che rimane completamente affondata negli incontri con gli uomini.
Il mio amico dice che devo cambiare "attitude". Non so bene in che modo, cosa devo fare per risolvere questa situazione, ma so che devo farlo, lo devo a me stessa. La sera che ho fatto la scenata di gelosia al merda lui è rimasto sconvolto dal fatto che fossi interessata a lui, perchè per quanto aveva capito, a me di lui non importava niente. Nella telefonata successiva mi disse che probabilmente avrei dovuto imparare a mostrare le mie emozioni. 
Aveva ragione. Hanno tutti ragione. Se qualcuno sa come si fa, si accettano consigli.

Sono stanca di essere sempre l'amica di una notte, la trombamica, l'altra e via discorrendo. 
Ho bisogno di abbracci solo miei, di qualcuno che sia mio per un periodo più lungo di un rapporto fugace, di qualcuno che non sfugga dalla mia stanza alle prime luci dell'alba. 
Mi sono divertita tanto, forse è arrivato il momento di cambiare. Anche se pensarmi "fidanzata" equivale a pensarmi come "vincitrice del superenalotto".

E' dall'anno in cui è uscita questa canzone, che mi sono sempre sentita così:




venerdì 17 agosto 2012

Debolezze

Una cosa in cui proprio non sono brava è a gestire una "relazione" d'amicizia con una donna che sia molto corteggiata e molto capace di giostrarsi ogni uomo che incontra.
Ero incapace a farlo quando, alla veneranda età di 12 anni, avevo una compagna di studi e di banco bellissima, capelli corvini e occhi celesti che, mentre io studiavo e (quasi) giocavo ancora con le Barbie, lei iniziava già ad esplorare molto da vicino il mondo dell'altro sesso. Finita la scuola, durante l'estate non mi andava certo meglio. Un'altra mia amica, molto bella e piuttosto zoccola, faceva incetta di ragazzini dall'ormone facile che la portavano in spiaggia a guardare le stelle, mentre io rimanevo in sala giochi con i secchioni della comitiva. 
Poi le cose sono andate meglio, certo è che le insicurezze ci sono e si fanno sentire, soprattutto quando sono messe allo scoperto a causa di un confronto serrato con qualcuna con cui devo aver a che fare ogni giorno.
La mia ultima collega è un'ex modella straniera che per qualche motivo riesce a far girare la testa a molti uomini. E' molto disinibita, ha la battuta pronta ed è soprattutto strasicura di sè. Siamo diventate amiche, perchè è una persona generosa e carina, ma mi rendo conto che certe volte la sua presenza ingombrante e la sua personalità stravagante mi mettono in ombra ed è come se, agli occhi degli uomini, diventassi trasparente. O (peggio ancora), l'amica di "ripiego". 
In 3 settimane dal nostro primo incontro le ho visto soffiarmi sotto il naso qualsiasi persona di sesso opposto ci passasse di fronte. Pensavo che la sua mancanza di familiarità con la lingua inglese avrebbe ostacolato il suo savoir-faire negli ambienti underground che frequento io, invece me la sono ritrovata ieri sera avvinghiata ad uno dei miei cantanti preferiti per poi salutarlo ed iniziare a limonare con un tipo dell'east London che in un primo momento sembrava essere interessato a me.
Si può capire il semi-terrore che ho avuto quando per caso, qualche sera fa, ho incontrato il musicista dei miei stivali che mi ha rimproverata perchè secondo lui non gli avrei risposto a non so quale messaggio. Dopo ha iniziato una mezza conversazione con lei dal quale l'ho strappato in un battibaleno.
La verità è che nell'ombra non ho più voglia di starci. La verità è che io non ho e non avrò mai quella stessa sfacciataggine (e nemmeno quel fisico ok). La verità è che mi piace anche questa ragazza pazza ma intelligente. Ma io non posso farci niente, accanto a lei vengono fuori tutte le mie debolezze, fragilità, mi irrigidisco e torno ad essere quella ragazzina timida, secchiona e ingenuotta che ero a 12 anni. E non mi va.

lunedì 13 agosto 2012

Agosto in città

Una maratona lavorativa di 18 giorni per le Olimpiadi. Un'esperienza bellissima, in cui ho potuto assaporare un pezzo d'Italia a Londra. Persone nuove sono entrate nella mia vita, alcune mi piacciono tanto. L'ambiente però non mi è piaciuto per niente. C'era aria di raccomandazioni, di scambio di favori di diverso genere, di "figlio di", di soldi pubblici buttati dalla finestra e di cariche immeritate.
Tornare a Camden per poche ore, quelle necessarie per qualche ora di sonno, respirare inglesità nelle stazioni delle metropolitane o camminando vicino a un pub, mi ha fatto pensare a quanto sono fortunata a vivere qui. 
Ho imparato che sono piuttosto brava con le PR, ma sono un disastro a "prostituirmi", perchè ho sempre visto il lavoro come qualcosa che va conquistato con l'impegno e lo studio, non come un regalo in cambio di qualcos'altro. Qualcuno potrebbe aiutarmi ad arrivare dove voglio. Ma la via breve non fa per me quando il prezzo da pagare è il rispetto di me stessa.
In ogni caso, vivere le Olimpiadi in prima persona è stato fantastico, una nuova esperienza che porterò con me insieme a qualche figura bizzarra che si è aggiunta alla lista delle mie conoscenze. Adesso è il momento di (poco) riposo prima di ripartire alla carica per un nuovo impiego. Adesso è anche il momento di ritornare alle mie serate al pub, alla british music, ai miei amici che stanno per rientrare dalle vacanze, ai miei live emozionanti e alle cotte per i biondini esili con gli occhi blu che camminano per strada.
Di nuovo c'è che, dopo una vita di intolleranza totale ai bambini, adesso sono iniziati a piacermi di brutto. Ma tanto da incantarmi a guardarli tra le braccia dei loro genitori. Tanto da desiderare di averne qualcuno, prima o poi.
Poi ho mandato a quel paese il milanese e ho un incontrato un modenese che è passato a trovarmi al lavoro ieri per un saluto ed è rimasto con me 2h ma ancora non ho capito bene cosa voglia esattamente.
Di nuovo c'è che ho voglia di ripartire di nuovo, voglio davvero costruire la mia stabilità e vorrei farlo qui. A Londra mi sento a casa e non mi sembra vero che tutti siano stravaccati su qualche lettino di fronte al mare a friggere beatamente al sole, mentre io non vorrei essere da nessuna altra parte che non sia questa magnifica città.
Cheers, babies.

lunedì 9 luglio 2012

UN PEZZO D'ESTATE

Sono tornata in patria e ho deciso di prolungare la permanenza per poter dare alle mie ossa il tempo di asciugarsi, alla mia pelle di abbandonare il grigio del nuvolame britannico, alla mia mente di creare il giusto distacco dagli ultimi eventi. 
Un lavoro che pensavo di avere in mano, tanto che stavo già pensando a come avrei speso uno stipendio da capogiro che quando me l'hanno detto sono rimasta a bocca aperta per un quarto d'ora, e invece poi è arrivata una brutta mail in cui, in sostanza, mi dicevano che il lavoro l'ha avuto qualcuno più esperto di me. Sono seguiti lunghi minuti di lacrime e sconcerto su un divanetto di un negozio di Oxford Circus e un viaggio sull'Isola di Wight. Un festival maledetto da alluvione, fango e un freddo novembrino in piena estate, ma benedetto da un'esperienza musicale e umana senza eguali, che davvero se non lo si è vissuto difficilmente lo si può comprendere.
Poi per qualche weekend ho vestito i panni della fidanzatina del tipo "sistemato" e ho finalmente coronato il sogno di andare a distendermi al parco, in una rara domenica assolata, tra le braccia di un uomo gentile ed educato, nonchè molto generoso. 
Adesso sono partita e lui non si è più preoccupato di niente, e io sono tornata con i piedi per terra, e ho finito la pazienza che non ho mai avuto e ho deciso che il ruolo della fidanzatina che guarda film su un divano di una casa di proprietà durante un venerdì sera londinese non mi si addice per niente. 
Datemi una Guiness, della musica live che sia degna di questo nome, un locale underground un po' hipster un po' indie, datemi i miei amici e degli incontri fugaci, perchè a me ora non serve altro.
Di sfuggita ho visto il musicista, quello che mi ha sedotta e abbandonata in una notte di Pasqua, e ho provato una rabbia passeggera, durata un viaggio in metropolitana lungo la Northen Line.
Ho rivisto il mare e ho toccato la sabbia dopo un anno denso e impegnativo, ho abbracciato persone che non vedevo da tanto, sono tornata a casa dopo lunghissimi mesi a godermi le cene in giardino, il gatto nero del vicino, la brezza serale sul dondolo di legno.
Ho comprato un vestito meraviglioso per un matrimonio in famiglia e ho scoperto che posso ancora commuovermi di fronte allo scambio delle promesse, ma che poi posso anche sentirmi distante anni luce da una realtà così diversa dalla mia.
E allora sento quasi che Londra mi manca. 
Ma per ora rimarrò qui. A godermi il sole, il mare, il cibo e il vino bianco.
Cheers, Italia!

giovedì 7 giugno 2012

Universo Avverso

Ci sono momenti in cui mi detesto. 
Momenti in cui l'immagine che lo specchio rimanda è sempre quella. Una donna apatica, insoddisfatta, che vuole non si sa bene cosa, lagnosa, permalosa, vendicativa.
In questi giorni odio tutti gli uomini che entrano ed escono nella mia vita come caspita vogliono loro. Poi però ne trovo uno gentile e lo tratto a pesci in faccia. 
Avrei voglia delle mie amiche, le rivedrò tra poco (e per poco), ma questo lasso temporale mi sembra infinito. 
La mia vita come al solito è appesa all'unica definizione che da sempre le appartiene: l'incertezza. 
Ommioddio quanto sono pesante e antipatica quando sto così. Poi i vecchi fantasmi del passato si rifanno vivi anche se non vorrei. Avrei bisogno di una vacanza (ma non ho nemmeno un lavoro). 
Ho voglio di respirare aria nuova, e di farlo con persone belle e profonde, che a volte la superficialità di certi rapporti in UK mi fa rabbrividire. 
Maledetto Fox.

domenica 13 maggio 2012

Quello che manca

Pochi minuti fa ho pensato di essere una persona fortunata. Vivo in una città meravigliosa e sono circondata da belle persone che mi vogliono bene. Mi sento grata per la vita che ho la possibilità di vivere. 
Poi, per caso, per noia, apro facebook, e sulla home appare una foto bellissima, di una persona che conosco, con il nuovo amore. Ommiodio, un unico scatto che trasuda felicità, tenerezza, serenità. Bellezza pura. 
Ho davvero tutto, ma manca una cosa. E a volte, quando sento il buco che ho nell'anima, è meglio chiudere fb, computer e tornare a fare quello che stavo facendo. E non ci penso più.

lunedì 30 aprile 2012

Italians do it better?

Oggi mi sono esplose le coronarie quando nel cafè in cui lavoro sono arrivati 4 modelli inglesi che più belli non si può. Ma io, da brava sfigata, ho dato il mio numero a un tipo italiano che ci sta provando da quando mi ha vista il primo giorno di lavoro e di cui (giuro!), non volevo sapere niente di niente, perchè non mi piaceva, perchè con gli italiani ho chiuso, perchè ho bisogno di migliorare l'inglese. 
E invece ho scritto le 12 cifre nel foglio delle ordinazioni mentre lui mi guardava con aria assonnata perchè ieri notte è andato a dormire alle 6 (il che lascia poco spazio all'immaginazione).
Mah. A volte mi stupisco di me stessa, quando non so (ancora!) cosa voglio dalla vita. Mi chiedo quando la smetterò di uscire con uomini che mi vogliono chiaramente solo portare a letto per poi salutarmi il giorno dopo. 
Il musicista, per esempio, ha dato sfogo ai suoi ormoni e poi è svanito nel nulla (con ben poco dispiacere da parte mia, per dire la verità). E invece è riapparso il baby australiano che venerdì torna da una vacanza all'estero e a questo punto non mi frega niente, faccio quello che mi sento e basta.
Non voglio lamentarmi. Perchè ora sono diventata brava ad autogestirmi, il che vuol dire che non sono più in grado di sentire niente di diverso da pura attrazione fisica per l'altro sesso.
Però mi piace da morire il modo in cui un uomo mi fa capire che mi vuole, cosa che non riesce molto bene agli inglesi (anche quelli bellissimi e ipercool). 
Il mio amico mi suggerisce che la mia "ricaduta" nel mondo dell'italiota medio, un po' puttaniere un po' gentleman, fa parte del mio essere donna che vuole essere corteggiata. Può darsi. Ma che così sia. Tanto non mi innamoro più. E allora sono salva. 

lunedì 26 marzo 2012

A Camden sono felice

Che sono cambiata, che sono serena, che sembro un'altra persona rispetto a qualche mese fa me lo dicono tutti gli amici che mi conoscono come mi conosco io e che mi hanno frequentato tanto e assiduamente negli ultimi anni.
Questa città mi fa bene all'anima e allo spirito (al fisico no, bevo birra ad ogni ora e mangio troppe schifezze). Il caldo (sì, avete letto bene!) e il sole degli ultimi weekend mi fa innamorare ogni giorno di più delle rive del Tamigi, di Regent's Park, dei bus a due piani, delle persone che si mettono 8 colori addosso e se ne fregano beatamente.
Camden Town è il mio "quartiere" e non vorrei vivere da nessun'altra parte.
Ho lasciato il lavoro schiferrimo, dopo 5 giorni di fancazzismo ne ho trovato un altro: schiferrimo anche questo, ma con i colleghi mi trovo bene e nessuno mi tratta come un mulo da soma.
Ho rivoluzionato la mia vita, forse gli eventi mi hanno costretta a farlo. Un anno fa ho visto ricomparire all'orizzonte il Merda e io, per un istante durato mesi, ho pensato che sarei tornata a Milano, che sarei andata a vivere con lui, che avrei trovato un nuovo lavoro sottopagato nel luccicante mondo degli eventi.
Invece poi le cose sono andate come sappiamo, e ora vivo a Londra, in una cameretta piccola e bianca, la mia occupazione n.1 è andare a vedere band che suonano live nei club di Shoreditch, mi ritrovo a fare il conto delle mance ricevute dai clienti perchè potrebbero determinare la possibilità di una cena fuori durante il weekend, frequento un musicista inglese con i capelli rossi che indossa un giubbotto retrò della Levi's (quelli in jeans chiaro che andavano di moda all'esordio degli anni 90, ma qua fa ancora piuttosto cool) e che ogni giorno mi insegna vocaboli nuovi.
Ho prenotato i biglietti per due festival pazzeschi per quest'estate, non farò le vacanze ma non mi importa nulla tanto, come dice mia mamma, qua sono in vacanza sempre. Anche se forse non ho mai lavorato così tanto in tutta la mia vita.
Ieri ero con il nuovo ginger boy ad ascoltare una band toscana (!!), e il baby australiano mi ha scritto un messaggio.. era a due passi da me. Ciao baby, mi sei piaciuto da impazzire, ma davvero non fai al caso mio, anche se ti ricorderò per sempre come il boy più figo della mia personale collezione.
Ho rivoluzionato la mia vita, non ho niente di quello che avrei desiderato per me un anno fa, o anche meno, eppure oggi sono felice. Strana la vita.

martedì 13 marzo 2012

No news good news?

Dopo giorni di primavera anticipata, al mio riveglio il cielo era grigio. E il mio umore anche. 
Si è fatto vivo (dopo più di un mese), l'australiano bello e giovane. E poi è sparito di nuovo. Allora questa volta mi sono incazzata. Perchè non mi faccio mica prendere per i fondelli da uno che ha appena superato la teenageritudine. Poi ho scoperto che ha una ragazza bella bionda e magra. E allora ti odio. Mavabbè.
Nel frattempo una sera, in un locale in cui non avrei dovuto andare visto che alle 8 del mattino la sveglia sarebbe suonata, ho incontrato un tipo dell'East London. A parte questo, non so niente di lui. So solo che mi ha consumata con gli occhi dal momento in cui mi sono avvicinata alla consolle. Ha provato ad avvicinarsi, mi ha detto qualcosa che non ho capito, l'ho ignorato. Poi me lo sono trovata di fianco, mentre ballavo. E così, come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi ha preso la mano. Mi sono voltata, mi ha guardata negli occhi per almeno 20 secondi, e poi mi ha baciata. Per almeno un'ora. Poi è arrivata la classica proposta della "one-night-stand". Al mio "no grazie", mi ha chiesto il numero ed è sparito anche lui. 
Quello che mi chiedo è se ci sia una qualche possibilità di riuscire a vedere per una seconda volta qualcuno, anche solo per conoscere qualcuno. 
Nel frattempo ho verificato il mio estratto conto, e mi sono resa conto che da quando mi sono trasferita ho speso una cifra allucinante in concerti e festival. E il grosso deve ancora venire. L'estate si avvicina, e l'elenco di eventi è pressochè infinito. 
Lo studio procede a rilento, ma comunque cerco di fare il possibile. Nel weekend è previsto l'arrivo della mia migliore amica, che prende un aereo da sola per la prima volta, nonostante le abbia scritto un manuale di istruzioni, mi domando se riuscirà ad arrivare a destinazione. 
L'unico desiderio che ho in questo momento è di riuscire a scrollarmi di dosso questo senso di apatia da 2012 noioso e ripetitivo, per essere al massimo della forma con lei.
Poi spiegatemi cosa cavolo vuole la gente, come si permette di reintrodursi nelle vite altrui nel momento in cui erano già stati accantonati, per poi andarsene di nuovo a proprio piacimento. Ovviamente mi sono riservata il diritto di dirgli chiaramente che non è più il benvenuto, forse ho sbagliato, forse no, ma mi è sembrato liberatorio e doveroso. E quello che è giusto per me, è giusto e basta.

venerdì 24 febbraio 2012

Time goes by

Sempre troppe cose da fare. Lavoro, studio, distanze da coprire che fanno perdere ore preziose di vita all'interno di vagoni maleodoranti lungo la rete colorata della tube londinese.
La vita scorre e a volte mi chiedo cosa ci faccio in un posto di lavoro che mi fa schifo, mentre preparo esami per dei concorsi che difficilmente riuscirò a superare se non trovo "l'aggancio". 
Guardo la mia vita, come sempre, e penso che forse mi sono un po' delusa. Che magari avrei sperato in altro. Ma che alla fine girare il mondo è bello e anche difficile insieme, e che alla fine non posso lamentarmi.
Si prospettano mesi intensi. Un volo da prendere ogni mese, tante persone-colonne portanti della mia vita che stanno venendo a trovarmi, una lista per lo più infinita di live da andare ad ascoltare.
Non so cosa farò, sto già pensando di riprogrammare la mia vita, troverò mai pace?
A volte non dormo pensando a quanto viva in maniera immatura la mia vita nonostante non sia certo di primo pelo. C'è un momento in cui si cresce? In cui la parola responsabilità si sostituisce a "le cazzate che ho fatto oggi"? Che sia più comodo vivere così?
Sai che c'è, che per oggi basta con le domande, una pinta di birra in compagnia si porterà via tutti questi pensieri, almeno fino a domani.
Buon weekend!

giovedì 16 febbraio 2012

Thank god I love me

Non piangevo da mesi. Ho fracassato le palle a tutti qui dentro con questa storia della "Total eclipse of the heart", io che non provo più emozioni, che non so più stare nè bene nè male, che sopravvivo e vado avanti per me stessa e il resto non conta niente. 
E ci sono riuscita. Come Volevasi Dimostrare il baby è sparito, mi ha scritto un sms dicendomi che non sarebbe potuto venire al mio party e poi addio. Non ho provato nulla. Dolore, dispiacere, rabbia, gelosia, rimpianti, rimorsi. Nulla. Ho preso atto e sono uscita, come sempre sono andata ad ascoltare una band, ho conosciuto qualcun altro e gli ho lasciato il numero di telefono, ma che chiami o meno non fa alcuna differenza. 
Poi ieri è arrivato quello stupido di un San Valentino. E ho visto uomini, giovani e meno giovani, comprare biglietti e fiori e allora ho rivissuto un'emozione lontana che avevo cacciato in un angolo remoto, come si fa con un maglione di lana logoro, che finisce dimenticato in un vecchio armadio. 
Poi però arriva il gelo e ti ricordi di quanto era piacevole il calore che quel maglione ti regalava ai tempi, quando era ancora bello e morbido.
E' la sensazione di un abbraccio conosciuto e familiare, di una mano tra i capelli, di una frase sussurrata all'orecchio, di complicità costruita nel tempo, di essere cuore a cuore senza strati intermedi. E' una sensazione persa per sempre, in un passato diverso. 
Vorrei tirare una riga sulla mia vita. Qui finisce una fase. 
Oggi sono diversa. 
Mi sento più forte. Il dolore mi ha irrobustita, e ne sono felice, perchè significa che sono finiti i tempi delle batoste nei denti, che so badare a me stessa, che posso finalmente fidarmi di me.
Allo stesso tempo ho perso la capacità di darmi a qualcuno, troppo gelosa del mio regno solitario, non permetto a nessuno di metterci piede. Ho perso la capacità di illudermi, ma anche quella di sognare.
Quello che rimane è la vita. Tangibile, reale, vera. 
Grazie al cielo nella vita c'è musica. Almeno nella mia, tantissima.

martedì 24 gennaio 2012

Sono fregata

L'ho pensato alle 4.40 di lunedì mattina, durante una notte semi-insonne, guardando il mio baby accanto a me, nel mio letto, bello e addormentato, con i suoi capelli castano chiari sporchi di una settimana, la linea perfetta del naso e la sua bocca carnosa socchiusa, le sue gambe avvinghiate alle mie, la mano intrecciata alla mia. Ho provato pace. Ho pensato che era tanto tempo che non mi svegliavo nel cuore della notte sorridendo nell'osservare un uomo nella mia stanza piccola, bianca e sovra-riscaldata. E ho pensato che mi sarebbe piaciuto far durare quel momento di pace assoluta molto a lungo.
Poi la sveglia ci ha catapultati troppo presto e in modo violento nel mondo reale. E nel mondo reale lui si è alzato per scappare al lavoro, mi ha salutato con un bacio con l'espressione assonnata che lo rendeva ancora più terribilmente sexy e ancora più baby.
Poi niente. Tutto finito lì.
Ma ballare con lui, parlare con lui, abbracciare lui, baciare lui, mi fa sorridere, mi fa sentire la pace.
So che è solo per un po', so che poi sparirà per chissà quanto, come sempre, forse per sempre.
Dico sempre che la cosa importante è averne la consapevolezza. Poi della consapevolezza non me ne faccio mai niente. Ma spero di essere più brava stavolta.

Nel frattempo il mio migliore amico non si è fatto vivo, e lo detesto per questo. Ma io al mare a Brighton ci andrò lo stesso, solo che mi accompagnerà il brother.

Ho sostenuto 3 colloqui la scorsa settimana. Al momento non ho ricevuto nessuna risposta e così continuo a lavorare nello stesso negozio fuffa dove si sono accorti che sono bravina con il computer e ora mi aspettano tanti compiti da fare di fronte al pc. Alè.

Ho prenotato un volo per Milano. Che quella è comunque la mia città, e nel malaugurato caso dovessi incontrare l'ultima persona che vorrei incontrare al mondo, sarà bene che il diretto interessato prepari una pala per scavarsi una buca, tuffarcisi dentro e ricoprirsi ben bene.

Un'amica si è trasferita a Londra e sabato siamo uscite a cena e ho bevuto un vino schifoso ma la necessità di alcool era a dei livelli epici per cui ne ho bevuti 20 bicchieri e il giorno dopo mi sono svegliata alle 2 del pomeriggio.

Per il resto, tutto procede come sempre.
Vi lascio una canzone, raccomandata dal baby, che la musica l'adora proprio come io adoro lui (si fa per dire).


lunedì 16 gennaio 2012

banalità domenicali

Stasera avrei voglia del mio baby.
Mi ha mandato un sms venerdì. E io non gli ho mai risposto.

Ho litigato con il mio migliore amico. Non ci parliamo più e probabilmente sarò costretta a disdire la prenotazione per un weekend a Brighton insieme.

E nonostante tutto non sento niente. Sono ibernata probabilmente, e pensare che la temperatura londinese non scende sotto i tre gradi.

Ho passato una domenica in compagnia di me stessa, regalandomi una nuova borsa e un piatto di noodles thai in mezzo a migliaia di persone. Ho incontrato per caso anche qualcuno che conoscevo, accompagnato da qualcun'altro piuttosto antipatico. 

Stiamo organizzando un party ad alto tasso alcolico qui a casa, e spero che non vada a finire come l'ultima volta, quando mi sono bevuta anche il Tamigi, ho baciato uno sconosciuto e mi sono addormentata su una poltrona in mezzo alla sala (ma non se n'è accorto nessuno).

La verità è che non ho molto da dire. 
Meglio andare a dormire. 

[notte baby ovunque tu sia]
Notte a tutti.

martedì 10 gennaio 2012

Modalità off

Il 2012, diciamolo pure, al momento mi fa abbastanza schifo.
Il peso della crisi economica dilaga in tutta l'Europa, c'è questa immensa nuvola nera che non fa presagire nulla di buono. Soprattutto quando mi collego su skype con l'Italia e le notizie non sono certo confortanti.
Il mio era un piccolo paese borghese, piuttosto snob e benestante. Uno di quei paesini in cui le madri di famiglia (compresa la mia), riprendono i figli da scuola con il suv, dove ogni casa (di proprietà) è circondata da un grande giardino e le terrazze si affacciano sulle colline toscane. Uno di quei classici posti dimenticati dal mondo in cui jeans e giacconi devono essere marchiati con il brand del momento altrimenti non sei nessuno.
Ho sempre criticato questo stile di vita esibizionista e farlocco, anche se sono riuscita a depurarmene con fatica e dopo tanti anni di lontananza.
Eppure ora mi fa tristezza pensare come tutto sia cambiato. Il mio paese viveva ed era ricco grazie alla produzione di mobili, un settore che adesso è praticamente morto. Chi decideva di abbandonare gli studi automaticamente diventava falegname o tappezziere. 
Oggi le cose sono un po' diverse. 
Le grandi aziende storiche, quelle in cui ha iniziato a lavorare la generazione degli oggi 60enni, hanno chiuso i battenti definitivamente, seguite ad effetto domino dalle ditte più piccole, scalzate dall'egemonia imperante di Ikea, Mondocasa e varie ed eventuali. Con una conseguente perdita del lavoro senza precedenti nella mia cittadina.
Le conseguenze si vedono nella tristezza dei negozi vuoti, costretti a rinunciare ai capi più belli e costosi per scegliere qualcosa di più economico, che tuttavia rimane invenduto nonostante i saldi anticipati. Si leggono nei bar vuoti, dove prima si sprecavano ricchi e abbondanti aperitivi. Si percepisce nella decadenza fatiscente di alcune strutture abbandonate, che furono un tempo vetrine delle mostre di mobili di design e fabbricati su misura.
Nuove popolazioni crescono e si arricchiscono. Ed ecco le nuove generazioni di cinesi che entrano nel mio negozio preferito da sempre, uscendone con mille euro di capi firmati in saccoccia. Almeno qualcuno fa girare l'economia.
Nel frattempo l'unico ristorante che si affolla è quello della Caritas, che oltre agli stranieri indigenti, ospita e supporta sempre più spesso famiglie italiane che hanno perso il lavoro, costrette a superare l'imbarazzo di chiedere un pacco con i beni di prima necessità all'interno.
Sono rientrata al paese per Natale e ho visto almeno 4 negozi che hanno chiuso nel giro di tre mesi.
Che dire, non lo so. Mi dispiace.
So di persone in gravi difficoltà, penso che potrei ritrovarmici anch'io.
In questi giorni sono triste, lo so.
Non voglio immalinconire i miei lettori, ma non riesco ad uscire da questo stato d'animo.
I colloqui degli ultimi giorni non hanno dato nessun risultato, al momento.
Il baby è scomparso. 
Ho scaricato il banker.
Insomma, punto e daccapo. E per qualche strano motivo mi manca l'Italia.
Avrei voluto che fosse andato tutto diversamente.
Invece è così. E allora per alleggerirmi l'anima stasera mi vestirò un po' all'inglese, mi attaccherò anche le sopracciglia finte se ce la faccio e poi vado al loro concerto


lunedì 9 gennaio 2012

Ahia

Ho appena finito di guardare "500 Days of Summer".
Ovvero l'amore non corrisposto. 

Ma quanto fanno male le verità sbattute sotto gli occhi in modo così asciutto e drammaticamente reale.

Mentre ero presissima dalla visione (e dai sottotitoli in inglese), mi arriva un messaggio del banker che, dopo l'appuntamento di oggi, mi scrive che è stato molto bello vedermi e che sarebbe felice di incontrarmi ancora.
Sulla carta l'uomo perfetto. Oddio, ci sarebbe da revisionare l'abbigliamento, ma qua tanto non ci fa caso nessuno. 
Però. Non c'è quella cosa "lì".
Potrei far finta di niente, ma non voglio. Non mi va di forzarmi a fare qualcosa che non voglio. E non mi va di prendere in giro nessuno. Tantomeno una persona che è stata carina con me e che mi ha regalato 3 ore di lezione di inglesissimo accento dell'Essex.
Pensavo a quante volte mi sono messa lì a chiedermi cosa non andasse in me, perchè non si è innamorato di me, cosa mi manca, cos'ha un'altra che io non ho.
La risposta è solo una: niente. 

L'amore è così, che ci piaccia o no, ma fa quello che vuole lui. 
E non è sempre divertente.

sabato 7 gennaio 2012

Cinismi

Il mio ultimo sogno d'amore si è infranto in una notte di luglio dell'anno appena passato.
I ricordi sono ancora tutti lì in fila, nitidi e profumati. 
Sanno dell'odore della sua pelle, dell'afa mista allo smog di Milano durante i mesi estivi, di un sushi consumato insieme, di fumo e menta, di uno spritz per rinfrescarsi all'ora dell'aperitivo.
Sanno dell'odore della mia borsa nuova, del bagnoschiuma da viaggio che ho lasciato da lui, di lenzuola stropicciate, della mia valigia messa nella stanza armadio della sua casa.
 
L'amore infinito che ho provato è direttamente proporzionale al disprezzo che provo ora. 

Questa è stata l'ultima chance che ho voluto dare a un uomo di entrare nella mia vita pronunciando la parola amore. L'amore per me non esiste più. L'ho lasciato per strada e non mi appartiene più. Proprio come per la segretaria 70enne di cui avevo scritto chissà ormai quanti post fa.

L'amore non lo voglio più. Perchè per qualche strana combinazione, per me esiste amore solo dove c'è dolore. Allora no grazie. Ci ho lavorato tanto sopra, ho lavorato su me stessa e mi ha fatto male. Ho capito da dove scattano certi meccanismi ma non riesco a frenarli. 
Piango ancora di fronte alle commedie americane da happy end, è come salutare da lontano qualcosa che non mi apparterrà mai più.

Ho 32 anni e devo iniziare a parlare come mia madre, che mi piaccia o no. "Devi sistemarti, vuoi rimanere sola, e cosa farai quando sarai vecchia?". 
Calcolato? Probabile, ma ha ragione lei, come sempre.
Io me ne sono sempre fregata, ho sempre risposto che a me la vita piaceva viverla giorno per giorno, senza troppi progetti..cosa progettiamo a fare? 
Ho addirittura pensato a soluzioni come la banca del seme, se proprio fossi stata preda della disperazione.
Però ora è diverso. Non ho più niente da perdere, perchè ho già perso tutto quello che per me era importante.
Asciugate le lacrime, diamoci da fare.
E' l'ora di concretizzare, di pensare al mio futuro, di decidere cosa voglio fare da grande.

Dico addio con enorme fatica al mio baby troppo bello troppo giovane e troppo inaffidabile per potermelo ancora permettere.

Invece domani, dopo il brunch con gli amici, incontrerò il banker. Uno di quelli uomini di cui non mi innamorerò mai. Uno di quelli, ho il vago sentore, molto scalpitanti sul lavoro. Uomo in carriera, stipendio da capogiro, 35anni, viaggi in tutto il mondo, in odore di famiglia (pare), molto entusiasta per cose che in me al massimo potrebbero suscitare uno sbadiglio. Uno che chiama "date" il nostro incontro. Uno di quelli, direbbe mia mamma, "da sposare".

So che vi sembrerà brutto e cinico, ma giuro che non lo faccio per avidità. Sono già benestante di mio, non ho bisogno di nessuno. Ma se devo rinunciare alla cosa più preziosa e magica della vita, allora voglio tutto il resto. 
Ho sempre fatto di testa mia. E ho sempre sbagliato. Ho sempre messo avanti il cuore alla ragione. E mi sono fatta male da morire. 
Proviamo ad invertire la rotta, magari non è così male come potrebbe sembrare..vi saprò dire.

martedì 3 gennaio 2012

Aggiornamenti (quasi) in diretta

1. Il mio boss non mi fa rientrare (ancora) allo schifo di lavoro perchè deve farmi pagare il fatto di essere rientrata in vacanza (no lavoro, no money, tanto per essere precisi)

2. Io ne approfitto per mandare CV. Sono già stata silurata da un paio di posizioni. Per altre sono fissati dei colloqui. Il lavoro della mia vita, mi hanno scritto oggi, se l'è preso qualcun altro con più esperienza, dopo ardua decisione perchè ero un'ottima candidata. Damn.

3. Il tipo australiano si è fatto vivo. Diverse volte. Adesso siamo amici su feisbuk. E ho scoperto che ha 8 anni meno di me. Ma ce la faccio? Comunque è troppo bello e troppo gentile per lasciarselo scappare. E quindi mi terrò il mio baby.

4. Ho conosciuto un banker della City. Quelli che detesto, nonostante ne abbia uno in famiglia, per ideologia e perchè la specie la conosco bene. Ci sono già passata con il merda, chi mi segue da un po' lo sa. La bramosia di soldi e potere vince su tutto. Ha uno stipendio annuo pari al mio splittato su 15.
Sembra gentile e carino, ama parlare (capisco il 30% di quello che dice), vuole portarmi a cena in uno dei posti più chic di Londra e già questo mi mette ansia. Preferisco di gran lunga 2 pinte di birra al pub con il baby, come per il nostro primo appuntamento.

5. C'è una bufera malvagia oggi. Un mix di vento, grandine, pioggia, nuvolame vario. Ma io un po' di sole ce l'ho dentro.

6. Sento un po' di ansia. Per il lavoro, per il futuro, perchè non voglio innamorarmi di nessuno. Sto bene da sola. Ma cerco di rimanere calma (con risultati piuttosto pessimi) e positiva (questo mi viene meglio).

Il 2012 sembra già un anno impegnativo.

domenica 1 gennaio 2012

NYE

Due mesi dall'ultimo post. Sono ancora viva, tanto per cominciare. Non volevo trascurare il mio blog ma, semplicemente, è successo. Sono presa da troppe cose. Ho sempre pensato che la vita a Milano fosse frenetica, ma evidentemente non avevo ancora vissuta a Londra. Le distanze si ampliano a dismisura, le persone corrono ad ogni ora: per strada, nei negozi, per le scale mobili della metropolitana, dimendicandosi che appena 1 minuto dopo passerà un altro treno per la medesima destinazione. Quasi quattro mesi qui e non sentirli.
E' un po' come se fossi tornata ai miei anni da teen-ager. Tutto è nuovo, tutto è eccitante, tutto è divertente e le cose da fare non si esauriscono mai. Non ho il tempo di viverle tutte, perchè il lavoro è faticoso e porta via una fetta di vita non indifferente. Non è il lavoro della mia vita, è solo il primo che mi è capitato e che mi serve per sbarcare il lunario. Se a volte può essere frustrante, mi permette anche di vivere con un senso di ritrovata irresponsabilità che mi sembra anche liberatorio.

Ho fatto shopping low-cost ma studiato. Ora il mio armadio vanta un eco-pellicciotto che viene continuamente accarezzato da tutta la popolazione dei club di Hoxton e dintorni; un paio di ballerine borchiate che, dice il mio boss, mi fanno sembrare una "rock star", dei guanti in pizzo nero e un paio in pelle con i fiocchi, un parka che volevo da una vita, un abito paillettato color bronzo, una serie non precisata di smalti di ogni colore e le ciglia finte da attaccare con la colla. Se al paesello potrei essere pronta per la tangenziale, qua sono in perfetta sintonia con l'ambiente. La libertà ha un buon sapore.

Le donne italiane cuccano di brutto. Mi è capitato di essere fermata da perfetti sconosciuti in metro, al supermercato e anche durante un colloquio di lavoro. Gli inglesi si appassionano ai capelli neri. E io ricambio con la mia predilezione per la pelle pallida, i fisici gracili ed emaciati, i capelli spettinati e i tocchi di stile british. Mi innamoro e poi mi disinnamoro dopo cinque minuti. Ciao è stato bello, ma ora devo tornare alla mia vita. Non ho voglia di impegni sentimentali ed emotivi. Non sento nessuno slancio nei confronti degli uomini. E mi va benissimo così, perchè la parola paranoia è stata sostituita abbondantemente da "faccio quello che mi va e poi amen". Ed è così che ho incontrato un ragazzo australiano gentile bello biondo alto magro che mi ha fatto innamorare un po' più degli altri e allora l'ho portato nella mia stanza e allora un piccolo legame si è creato, ma probabilmente è già storia vecchia, ma alla fine chi se ne importa.

Ci sono alcune canzoni da cui devo tenermi ancora lontana, alcuni ricordi mi inquietano sottilmente ma solo a piccoli tratti, la mia vita è troppo piena anche per i pensieri scomodi.
All'estero mi sento a casa. Frequento persone che mi piacciono, che sono simili a me, che sono divertenti e intelligenti. Scopro nuova musica tutti i giorni, sono fortunata a vivere una vita come questa, anche se i soldi non bastano mai, anche se ho 32 anni fatti che mi piaccia no e di stabile, nella mia vita, non c'è ancora niente. Potrebbe anche essere spaventosa come idea. O forse liberatoria. Dipende. Alla fine non ho niente da perdere, alla fine, come sempre, posso fare della mia vita quello che voglio. Alla fine forse questa è l'unica vita che so vivere, e non ce ne sono altre che mi andrebbero bene.

Nel frattempo è arrivato il 2012, a me il Capodanno mette sempre un po' di ansia, quindi farò finta di niente, e continuerò anche oggi, come ogni giorno, a mandare cv a tutta Londra, a mangiare cibo improbabile e a bere caffè solubile, ad andare a ballare nei peggiori basements della città, ad ascoltare la mia musica preferita su you tube mentre mi vesto per uscire.

Buon anno a tutti.