Aprire la pagina web della Repubblica a colazione, con caffè americano e muffin accanto al mac, mi fa provare una bella sensazione di "scansato pericolo".
L'Italia sta letteralmente affondando e io mi sono rifugiata nella rigorosa Inghilterra, che la crisi la sente ma che sicuramente ne uscirà meglio e prima di noi.
Eppure quello stivalotto malconcio mi manca, perchè si tratta pure sempre di casa mia.
Non è semplice spiegare quello che si prova, ma è qualcosa che sentono più o meno tutti quelli che lasciano la patria natale per andare a cercare "fortuna" all'estero (e non credo che la distanza tra gli italiani di oggi e quelli che nel dopoguerra partivano con la valigia di cartone sia così marcata).
Alla fine non si capisce più niente. Amo Londra, ma mi manca casa. A volte, mica sempre.
Mi mancano le mie amiche. Perchè sono una che in qualche modo ha imparato a darsi il colpo di reni e a dire "vai avanti, sii fiduciosa, gente allegra il ciel l'aiuta". A volte mi sento salire una forza nelle avversità che mi sembra inverosimile. Forse è grazie all'innato ottimismo del mio segno zodiacale. O forse in questo sono simile alla mami, che è una donna con i controcazzi e lo è sempre stata, e magari le assomigliassi di più. Però a volte, sentire una voce amica, avere qualcuno che ti mette una mano sulla spalla e ti supporta anche nel silenzio di un pomeriggio grigio e piovoso come questo, mi servirebbe.
Ho lasciato qualcosa di irrisolto a casa. Probabilmente non è così, forse le cose sono andate semplicemente come dovevano andare, però chissà cosa sarebbe successo se fossi rimasta là.
I miei progetti erano di gran lunga diversi. Mi ero prospettata un autunno in cui:
1. avrei preso un cane. Un king chevalier probabilmente, nel caso ne fosse passato qualcuno in canile, o nel caso qualcuno regalasse dei cuccioli. E poi magari anche un bastardino magari bruttino di quelli che non si fila nessuno.
2. Sarei andata in azienda da papà. Avrei fatto la dirigente. Che alla mia età ci può anche stare
3. Avrei preso un micro-appartamento in affitto con la mia migliore amica, nella piazzetta della città, quella in cui ti basta uscire e hai i localini affollati proprio accanto al portone.
4. Sarei stata con le persone della mia vita. Nei luoghi della mia vita. Mi sarei sentita sempre e comunque a mio agio, a volte annoiandomi molto per la ripetitività della vita di provincia.
5. Mi sarei iscritta ad un corso di fotografia e mi sarei regalata una Reflex di quelle serie con cui avrei fotografato anche il palo della luce per strada o le mattonelle della cucina.
Avrei immortalato i momenti e le persone più importanti
6. Avrei riservato la domenica per andare a pranzo dai miei. E la mamma avrebbe cucinato il pesce che è (quasi) l'unica cosa che mi piace.
7. Forse avrei sofferto un po' per Peter Pan, nel vederlo con le sue mille amanti, e mi sarebbe dispiaciuto non poterlo avere tutto per me (ma il punto 7 è forse condizionato dal fatto che stanotte me lo sono sognato e allora vabbè).
8. Avrei avuto le mie scarpe tutte per me e non mi sarei dovuta arrangiare con 4 paia e stop.
Però poi mi sarei persa certi scorci così
in un'affollatissima Trafalgar Square, mentre sono in giro a portare cv per trovare un lavoro come commessa in un qualsiasi negozio di qualsiasi cosa, con un gatto in plastica made in cina che fa "ciao ciao" con la zampetta sinistra al posto del king chevalier, con una casa sempre in disordine, con 4 stracci nell'armadio che piangono di solitudine, a quasi 2000 km da casa, dopo un pranzo a base di qualcosa fritto, e con il cellulare in mano per scattare la foto.
"Tu qui non ci sai proprio stare eh", mi scrive un amico su fb. No. No. No.
Accidenti NO!
Nella prossima vita voglio rinascere stanziale!