Il signore di fronte a me è gentile ed empatico, mi offre pure un fazzoletto per asciugare le lacrime. Ormai piango ovunque, mi chiedo se le ghiandole lacrimali si esauriranno, prima o poi.
Pago per l'ora di empatica partecipazione del simpatico ometto, che sarebbe tale, se non fosse uno psichiatra che mi parla di una reiterata "depressione reattiva". Ricetta di droghe legalizzate alla mano, si parte alla volta della farmacia mentre su wikipedia cerco di chiarirmi le idee su cosa sia esattamente questa "cosa" che mi procura tutti questi guai.
A seguire, seduta psicoterapeutica settimanale. La mia doctor è una donna in gamba. Fuma come una ciminiera durante l'incontro, il che non so se sia deontologicamente corretto, ma so che è un'autorità in materia, da queste parti. E' una "cazzuta", figlia del femminismo sessantottino, bella signora bionda con gli occhi azzurri, e ha l'età di mia mamma. Mi infonde fiducia. Mi ripete sempre che sono una persona molto intelligente. E che pago tutti i prezzi che pagano coloro che, oltre ad essere intelligenti, sono anche molto sensibili.
Io invece pago bene lei per questa iniezione settimanale di autostima.
A volte mi chiedo se non siano tutte stronzate e se queste malefiche gocce da prendersi secondo le istruzioni di un tizio a cui ho dato un bel po' di euro per aver ascoltato tutti i miei guai per tre quarti d'ora, non siano davvero soltanto un placebo o un veleno o chissà cos'altro.
E mi chiedo se tutte queste chiacchiere mi porteranno a qualcosa.
Una cosa però devo ammetterla. Ierisera, per la prima volta dopo settimane, mentre tutte le amiche erano in giro per un motivo o per l'altro, io ho deciso di rimanere a casa per provare a fare qualcosa che mi mancava molto negli ultimi tempi: dormire. E ce l'ho fatta. Per ben 6 ore filate. Sentivo l'anima più leggera. Al merda ho pensato molto meno. E in modo molto più pacifico.
A tavola ho guardato mio padre. E mi sono resa conto che è la "rivincita" su di lui quella che cerco negli uomini che incontro.
Un padre che non mi ha mai fatto mancare niente economicamente, che mi ha permesso di togliermi qualsiasi sfizio e che ringrazierò a vita per questo, ma che emotivamente è stato assente, da sempre. Che non mi ha mai consolata nè ascoltata, ma che mi ha sempre ricordato, fin da piccola, che i miei problemi dovevo imparare a smazzarmeli da sola, che ognuno ha i suoi, lui compreso, e che non dovevo rompere con i miei capricci da bambina viziata perchè nella vita c'è molto di peggio e io non ho niente di cui lamentarmi.
L'ho guardato e ho visto in lui l'uomo irraggiungibile, sfuggente, che ha altro da fare piuttosto che stare dietro alle mie necessità, che non mi cerca e non mi chiama nemmeno quando sto male, che non si preoccupa troppo anche nel caso in cui abbia un dubbio o un problema, con cui è difficile confrontarsi o dialogare perchè il relativismo non è contemplato nella sua mente, è lui che ha la chiave giusta per l'interpretazione del mondo e della realtà e chi non la pensa come lui sbaglia.
Mio padre è il merda, è il mio maleficissimo ex, è tutti gli uomini anaffettivi che ho cercato nella mia vita e che mi hanno voltato le spalle perchè avevano altro da fare.
E' per lui che sono rimasta a piangere un'ora in bagno sabato scorso. E' la sua attenzione quella che cerco negli uomini con cui intraprendo relazioni affettive. Che, guarda caso, sono tutti esattamente come lui.
Bene, credo di essere diventata abbastanza consapevole. Vediamo che cosa riesco a fare da qui in avanti.
già sui nostri padri modelliamo i nostri uomini....bax
RispondiEliminascusa ma avevo scritto un commento lungo e se lo è mangiato... uffaaaaaaaaaaaaaa..... il succo è che sei in gamba e che mi piace questa analisi che fai. posso rassicurarti.. nel momento in cui certe cose le capisci con la testa e con la pancia in stereo poi non serve che ci pensi ma certe abitudini sbagliate passano da sole..continua a prenderti cura di te.
RispondiEliminabellissimo tutto quello che hai scritto.
RispondiEliminaci vuole coraggio anche ad ammetterle, certe cose...
il conflitto con papà è una di quelle cose che ci segnano a vita, fortunatamente e disgraziatamente.
ma sai, quello che fa la differenza è il carattere. non bisogna lasciarsi sopraffare. si, si piange, ci si dispera, ma poi si ritorna all'attacco. i dottori che paghi ti "confermano" cose che già sai, in fondo... ;-)
La mia psico ha detto che visto che a breve partirò per un anno ha senso incominciare a pensare di interrompere la terapia *_* sono andata in sindrome di abbandono :) ...per dirti che sì, aiuta, anche se a volte ti chiedi: ma sono io a stare bene o sono i farmici a pomparmi la felicità a rilascio graduale?!
RispondiElimina@sunny: in alcuni casi cerchiamo figure opposte a quella paterna. forse mi sarebbe andata meglio :-)
RispondiElimina@giorgia: grazie x la fiducia. Io sento che certi meccanismi scattano sempre in automatico, ma almeno li riconosco e spero che serva a qualcosa. Ti abbraccio tesoro!
@K: grazie :-) sai che in realtà tutto quello che mi dicono i dottori sono le stesse cose che mi sento ripetere dagli amici da tutta la vita. Ma come dice la best friend "l'unica che non ci crede sei tu". Azz. Bacio.
@kirsebær: è capitato anche a me, con la psico che avevo prima. Mi ha "abbandonata" e non è stato molto positivo. MA non conosco la tua storia e spero che a te vada meglio. Le domande sono inevitabili, ma pur di stare meglio sono disposta ad affidarmi a chi spero sia + competente di me in materia! Baci